Papà non mi piace quest’anno la scuola, dice mio figlio che frequenta la seconda media, sono arrivati dei prof che hanno delle preferenze e creano divisione in classe. Lo scorso anno eravamo più uniti, non era così! Quanto affermato da mio figlio lo possiamo riscontrare anche nelle nostre classi e talvolta siamo in difficoltà di fronte a casi davvero evidenti. Dalla mia esperienza posso dire che questo capita soprattutto quando hai a che fare con docenti che non ascoltano, pensano di sapere tutto e non vogliono si discuta il loro voto, nonostante il parere contrario del consiglio di classe. Il problema non esiste quando ad essere preferito e aiutato è un ragazzo in difficoltà, ma quando vengono privilegiati le migliori della classe, i figli di persone importanti, è allora che nascono gelosie e invidie. Non va dimenticato che il docente, oltre ad un suo vissuto personale che influisce inevitabilmente anche sulla sua sfera professionale, possiede anche una visione d’insieme molto più ampia sui suoi studenti, che va ben oltre il concreto voto scolastico. Inoltre ha a che fare con tanti ragazzi differenti, ognuno con la sua storia, il suo carattere, le sue opinioni. E’ normale che qualcuno di loro sia più affine, intervenga sempre in maniera appropriata e ti gratifichi durante le lezioni. Diverso però è permettere che questa affinità ci porti a creare delle differenze tra i nostri alunni. Come educatori dobbiamo sempre essere imparziali ed equi il più possibile, cercando il confronto con i colleghi proprio per non cadere nel giudizio errato su un alunno. Le affinità sono naturali, le disparità no! Capita anche nelle famiglie. Ci sono genitori e nonni che fanno differenze tra figli e nipoti, creando non poche difficoltà allo sviluppo dei ragazzi. L’intelligenza del genitore è non far pesare queste affinità. Educare è un mestiere difficile che si impara con l’esperienza e mettendoci sempre in discussione. Se capita di essere incolpati di preferire qualcuno dimostriamo con i fatti che vogliamo il bene di tutti spiegando che questo non sempre coincide con un voto numerico. Se lo scopo del nostro insegnare è il bene dei nostri alunni troveremo la strada che ci conduce ad un cammino autentico di crescita.
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