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Immagine del redattoreAlice Xotta

ESSERE AUTONOMI E SICURI DI SÉ. Il ruolo della famiglia nella crescita di adulti positivi

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I genitori, sempre più preoccupati e in difficoltà, sono disposti a pagare un esperto di salute mentale per capire che cosa non vada in loro figlio, così da poterlo aggiustare, oppure possono chiedere di essere aiutati nella crescita del loro figlio in quanto si autoconsiderano negati per tale ruolo. L’investimento eccessivo e la preoccupazione costante generano genitori insicuri e ansiosi i quali, spesso, scelgono di optare per strategie disfunzionali di gestione del loro figlio, tra cui l’iper-protezione. Lo svezzamento non viene mai metaforicamente raggiunto dal bambino e i momenti di separazione vengono vissuti come pericolosi e potenzialmente imprevedibili. Il ritiro sociale è auspicabile e un’eccessiva dipendenza genitoriale diviene, non solo la norma, ma anche l’unica possibilità per il figlio di sopravvivenza. Sia che il genitore diriga la vita dei propri figli con l’intenzione di fare loro del bene, sia che quest’ultimi tentino di tenere più vicino possibile a sé il bambino, isolandolo o proteggendolo dai pericoli esterni, è comunque possibile osservare nei figli un certo grado di dipendenza dai loro genitori, i quali diventano, non uno scudo protettivo, ma una cupola che mina la crescita, l’indipendenza e lo sviluppo della personalità. 


Com’è possibile strutturare una personalità sicura dal momento in cui la vita del figlio viene direttamente o indirettamente influenzata da timori che non può ancora non comprendere perché non propri, ma appartenenti ai genitori? Che tipo di esperienze arricchiscono il bambino se queste vengono vissute come pericolose dagli stessi genitori? L’esplorazione e la scoperta hanno in comune il fatto che necessitano di fiducia, sia da parte dei genitori nei confronti del loro bambino sia da parte del bambino nei confronti dei propri genitori. Come si può essere sicuri che andrà tutto bene se quando ci si allontana da mamma e papà, questi si dimostrano ansiosi e temono per l’incolumità? 


Riprendendo il concetto visto nella prima parte dell’articolo, il genitore plusmaterno è un genitore Pigmalione. Ricordiamo un attimo chi era Pigmalione. Pigmalione era uno scultore di Cipro, di cui, narra Ovidio nelle Metamorfosi. Egli realizzò una statua di donna secondo il proprio ideale di bellezza e si invaghì del suo artefatto, che vestiva, baciava, teneva nel suo letto. Le diede anche un nome, proprio come si fa con una figlia. La tenne nel suo letto come oggi fanno molte mamme con i bambini. Il genitore plusmaterno è un genitore che si occupa di tutto, ha un atteggiamento di sostegno continuo, vuole confidenze sempre molto private e così ostacola il figlio adolescente nel contatto con la propria vita intima, ma anche nel contatto con un altro suo pari a cui raccontare le sue cose.


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"L’esplorazione e la scoperta hanno in comune il fatto che necessitano di fiducia, sia da parte dei genitori nei confronti del loro bambino sia da parte del bambino nei confronti dei propri genitori.”

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