Non è possibile tacere in questo momento le varie criticità legate alla didattica a distanza: i tempi; gli strumenti; il rapporto con le famiglie e gli studenti; il carico di lavoro domestico; l’efficacia dell’insegnamento; il contesto lavorativo a distanza.
I tempi: la maggior parte degli esperti di comunicazione digitale ritengono che l’attenzione è garantita per un massimo di 20 minuti; è impensabile pensare che adolescenti o bambini possano stare 4 o 5 ore di seguito davanti ad un qualsiasi device per seguire le lezioni come se fossero in presenza. Inoltre così come avviene per qualsiasi altro lavoratore della scuola, il lavoro su video terminali prevede al massimo 45 minuti allo schermo, dunque il telelavoro deve essere intervallato da pause, a tutela della salute di tutti. Inoltre per alcuni docenti sembra non esserci più un tempo per la disconnessione (come peraltro previsto dal nuovo CCNL 2016-2018, art. 22), né nel confronto collegiale a distanza, né per le video lezioni: tutto il giorno è utile per richiedere ai propri studenti video chat e dall’altra parte i Dirigenti che pretendono confronti e delibere con una frequenza impressionante. Ad avviso di chi scrive è importante continuare a rispettare, nei limiti della tutela della salute di tutti, i tempi stabiliti dal piano delle attività per quanto riguarda le attività collegiali e nella didattica rispettare l’orario scolastico; in quest’ultimo caso garantire il monte ore di lezione, intercalato da: lavoro in autonomia, video lezioni (brevi), esercitazioni ecc. Gli Strumenti: non tutti gli studenti hanno avuto ad oggi la possibilità di accedere agli strumenti utili per la didattica a distanza; o meglio, adeguati a tale didattica: uno smartphone non può essere considerato uno strumento didattico pienamente efficiente. Accanto agli studenti ci sono alcuni docenti, che non hanno mai considerato, per scelta personale e professionale, pc, tablet e smartphone strumenti di attività didattica ordinaria, ma dei semplici supporti per il registro elettronico e/o per la videoscrittura.
Il rapporto con le famiglie: già da tempo è possibile comunicare con le famiglie tramite l’email istituzionale oppure altre modalità. Le riunioni collegiali possono essere facilmente sostituite con una breve videoconferenza oppure una email. Così anche i colloqui personali con gli studenti, per esortarli allo studio possono essere inseriti nel contesto video lezione, se lo si ritiene opportuno, dunque fermo restando la libertà di insegnamento del docente.
Il carico di lavoro domestico: richiamo quanto già detto prima. Non è pensabile “caricare” gli studenti con carichi di lavoro aggiuntivi rispetto all’ordinaria attività didattica. Bisogna rispettare i tempi di apprendimento di ciascun studente.
Dell’efficacia dell’insegnamento ne è pienamente responsabile il docente stesso, che in autonomia e libertà ne stabilisce, tempi, momenti, strumenti e materiali e ne valuta l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ultima nota è il contesto lavorativo che non esclude il contesto abitativo. Il docente può avere una vita familiare articolata e complessa. Il luogo di lavoro per eccellenza è la scuola, nel proprio contesto abitativo si esplica la funzione docente quale la preparazione delle lezioni oppure la correzione, che spesso coincide quando il resto della famiglia è impegnata a scuola oppure in altri contesti lavorativi. Oggi tutto avviene nel stesso contesto con la presenza di tutti i membri della famiglia. Sto pensando a quei docenti che sono a loro volta genitori di figli in età scolare e pre scolare; della difficoltà di organizzare tutto il lavoro, dalla preparazione alla docenza dalla propria abitazione e allo stesso tempo prendersi cura di tutto. La professione docente in questo contesto diventa un lavoro immane, poiché non ha bisogno solo di trasmettere, ma necessita di studio e concentrazione e con la presenza di tutta la famiglia questi due requisiti primari vengono inevitabilmente ad essere sacrificati. Sono solo alcune delle criticità, ma che ben delineano come oggi, più che in altri periodi storici, la libertà di insegnamento sia espressione della libertà del singolo professionista nel trovare il giusto equilibrio tra quanto prevedono gli art. 33 e 34 della Costituzione.
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