“Non possiamo più pensare a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero un NOI aperto alla fraternità universale”. Queste parole possono riassumere il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace 2023. È un appello particolarmente sentito. Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace.
Dice il Papa: “Il Covid-19 ci ha fatto piombare nel cuore della notte, destabilizzando la nostra vita ordinaria, mettendo a soqquadro i nostri piani e le nostre abitudini, ribaltando l’apparente tranquillità anche delle società più privilegiate, generando disorientamento e sofferenza, causando la morte di tanti nostri fratelli e sorelle (…) Assieme alle manifestazioni fisiche, il Covid-19 ha provocato, anche con effetti a lungo termine, un malessere generale che si è concentrato nel cuore di tante persone e famiglie, con risvolti non trascurabili, alimentati dai lunghi periodi di isolamento e da diverse limitazioni di libertà”. Si può diventare migliori, è un auspicio e una speranza! Continua il Papa: “Ho già avuto modo di ripetere più volte che dai momenti di crisi non si esce mai uguali, se ne esce o migliori o peggiori. Oggi siamo chiamati a chiederci: che cosa abbiamo imparato da questa situazione di pandemia? Quali nuovi cammini dovremo intraprendere per abbandonare le catene delle nostre vecchie abitudini, per essere meglio preparati, per osare la novità? Quali segni di vita e di speranza possiamo cogliere per andare avanti e cercare di rendere migliore il nostro mondo?”. Malgrado la guerra in Ucraina dice: “Di certo, non è questa l’era post-Covid che speravamo o ci aspettavamo. Infatti, questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti sparsi per il globo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera e non solo per le parti direttamente coinvolte. Mentre per il Covid-19 si è trovato un vaccino, per la guerra ancora non si sono trovate soluzioni adeguate“. L’invito rivolto a tutti è quello di pensare e comportarsi alla luce del bene comune. Questo bene comune necessita un Noi ben evidenziato e chiaro. Troppe volte prevalgono gli egoismi personali. E come per il Covid così per la guerra può crescere la consapevolezza dell’importanza dello stare “insieme”, di un noi aperto alla fraternità universale nonostante le ostilità, l’odio e la paura che possiamo superare. E’ l’auspicio per questo nuovo anno anche per i docenti e gli alunni: camminare per costruire insieme un Noi.