RUBRICA Riflessioni oltre la soglia
Con la ripresa dell’attività didattica, la scuola ritorna in azione per svolgere uno dei compiti più complessi che è quello dell’educazione e formazione della persona. Si tratta di un compito divenuto veramente arduo, atteso che oggi assistiamo progressivamente ad una perdita del ruolo fondamentale della famiglia nell’educazione, e al fatto che sta diventando sempre più rilevante l’influenza dei media, ed in particolare la tv, internet, i telefonini e i videogiochi, sulla vita degli studenti. Nella fascia di età tra i 10 e i 14 anni, in media, un minore è ‘preso’ da questi strumenti mediatici per oltre 4 ore al giorno; media che diventa più elevata nei giorni in cui non va a scuola.
Oggi poi, ci sono delle emergenze che vanno sotto il nome di vandalismo, bullismo, di rapporti disfunzionali, tossicodipendenza fra studenti che tentano il suicidio, ragazzi che vengono lasciati dalle famiglie al loro destino rinunciando a qualsiasi forma di dialogo con la scuola. Un quadro reale che fa allora sorgere delle domande: La scuola di oggi è in grado di rispondere ai bisogni interiori, alle difficoltà di crescita dei giovani? Risulta capace di incidere nei processi di apprendimento degli studenti e a competere con il boom dell’audio-visual, con gli sms, internet, Facebook, IG, IA, con tutti quegli stimoli che affascinano gli studenti? La scuola riesce a rispondere alle emergenze educative che la stanno attraversando? Su cosa fare leva per aiutare gli studenti a divenire co-protagonisti del loro cambiamento?
Queste non sono domande retoriche o inutili ma domande alle quali la scuola, la famiglia, le istituzioni, la politica non possono sottrarsi. Certo sono tutti interrogativi che non hanno soluzioni facili e preconfezionate ma di sicuro non possono trascurarsi nell’attività didattica e dell’IRC in particolare, atteso che “quando si insegna bene la religione che è patrimonio della nostra civiltà”, sicuramente essa apparirà, con tutta pienezza, nella sua grande valenza culturale sul piano dell’educazione, della comprensione e acquisizione dei grandi valori umani e cristiani che possono aiutare a formare uomini e cittadini per il nostro tempo, grazie ad una metodologia scolastica fondata sulla comunicazione cooperativa e sul coinvolgimento degli studenti.
L’IRC che crede fortemente nella centralità della persona, ha un ruolo fondamentale: quello di creare tutte le condizioni essenziali perché gli studenti “stiano bene” anzitutto con se stessi e poi con gli altri e la scuola nel suo insieme. E ancora il ruolo di avvicinare con motivazione gli studenti alla religione cattolica. Atteso che nei contenuti di tale disciplina si trovano motivi di riflessione per formare i giovani al senso del rispetto, dell’accoglienza dell’altro, della valorizzazione della diversità e dell’inclusione, del superamento del pregiudizio e della solidarietà.
"Quando si insegna bene la religione, essa mostra la sua grande valenza sul piano dell’educazione, della comprensione e dell’acquisizione dei grandi valori umani che possono aiutare a formare Cittadini per il nostro tempo. Una metodologia scolastica fondata sulla comunicazione cooperativa e sul coinvolgimento degli studenti perchè e crede fortemente nella centralità della persona”
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