Le attuali proposte educative e didattiche riservano una ragguardevole importanza al contesto nel quale si svolgono i processi di apprendimento, ponendo al centro della riflessione pedagogica e dell’azione didattica la comunità educativa, intesa come l’insieme dei soggetti che partecipano alla vita collettiva in un contesto formativo.
La riforma scolastica condivide il principio secondo cui il sistema educativo di istruzione e formazione è una grande esperienza sociale di «comunità di apprendimento», comunità identificata in un’organizzazione nella quale ciascuno è impegnato ad investire le proprie risorse in una rete di relazioni con gli altri. In quest’ottica di concezione condivisa, i processi educativi non possono fare a meno della dimensione sociale e comunitaria: la scuola non può essere considerata un luogo nel quale si tende a separare la comunità degli adulti da quella degli studenti, facendo assurgere a dominanza il rapporto diretto docente – discente in quanto, in tal modo, l’insegnante perderebbe di vista il modo di stare insieme degli alunni, il loro vedere nell’altro un essere umano con il quale costruire insieme il presente, il futuro e realizzare progetti comuni.
Il docente è chiamato a svolgere il ruolo di mediatore cognitivo e culturale, di sollecitatore dell’impegno sia nei confronti dei singoli sia del gruppo dove, però, il rapporto tra l’insegnante e gli alunni viene mediato dal gruppo classe o dai diversi gruppi di livello, di compito o elettivi nei quali ciascun componente si impegna ad investire tutte le proprie risorse intellettuali, relazionali, emotive, morali e motorie per migliorare la conoscenza di sé e degli altri. La pratica laboratoriale si esplicita proprio nella funzione fondamentale di dare risposte efficaci e personalizzate per migliorare la crescita di alcune dimensioni relazionali, per facilitare l’acquisizione di nuove conoscenze ed abilità e per far maturare competenze, per questo prevede che gli allievi possano aggregarsi in gruppi diversamente costituiti per un apprendimento in cui il “sapere e il saper fare” diventano “essere persona”.
Il fare riflessivo induce ogni allievo a confrontarsi con una realtà che pone alla prova il suo essere, lo stimola ad interrogarsi su quanto di sé è disposto a mettere in gioco nell’attività proposta, di quanta corresponsabilità si sente investito; implica l’attuazione di strategie metacognitive per monitorare il processo: gli alunni, aiutati dal docente, trovano nella pratiche laboratoriali occasioni per iniziare a chiedersi perché certe procedure risultino più efficaci di altre, in che modo ottimizzare tempo, impegno e risorse, rispetto agli obiettivi formativi da raggiungere.
La funzione del docente, finalizzata alla formazione di competenze, deve necessariamente svilupparsi all’interno di una relazione in cui è necessario cogliere le emozioni, i sentimenti, i vissuti che determinano le modalità di apprendimento del discente, in tal senso all’insegnante è richiesta una professionalità che contempla non solo la sua preparazione contenutistica, ma anche la capacità di cogliere, gestire e governare le dinamiche relazionali degli alunni, sempre più legate al cambiamento, alle sfide culturali, tecnologiche, scientifiche, economiche e sociali; in questo contesto, per promuovere il processo di apprendimento, per metterlo in moto e aiutarlo a procedere efficacemente è necessario che l’oggetto dell’apprendimento appaia significativo per chi apprende e sia avvertito come qualcosa che dà senso alla realtà personale.
L’insegnante, nell’ambito della metodologia laboratoriale, si configura, dunque, come un esperto conoscitore di tecniche educative che attua riconoscendo il valore strumentale delle discipline e favorendo prassi didattiche di tipo euristico riflettendo sulla propria esperienza, confrontandosi con i colleghi, riesaminando la progettazione in funzione di un assetto sempre più funzionale all’apprendimento, svolgendo un ruolo di tutorato, e privilegiando il valore del dialogo e il significato della narrazione intesa come spiegazione degli eventi e come forma comunicativa ed identificativa all’interno del gruppo classe.
In quest’ottica, il docente è coinvolto in prima persona nella pratica laboratoriale come esperto conoscitore della epistemologia della disciplina; riconosce le caratteristiche intellettive, ma anche affettive e di interazione fra gli studenti in modo da offrire a ciascuno opportunità di apprendimento secondo le proprie peculiarità, fungendo da regista del processo di insegnamento / apprendimento e da garante dell’unitarietà pedagogica ed organizzativa delle attività promosse ed assicurando l’ordinata e coerente attenzione al singolo studente a cui assicura il diritto – dovere di istruzione e formazione.