I consigli della Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
I giovani si avvicinano al gioco per curiosità, e spesso per divertimento. Il rischio di sviluppare un approccio problematico al gioco è alto e i disagi correlati possono essere diversi.
Cresce sempre di più la dipendenza verso i giochi d’azzardo da parte dei giovani. La ludopatia è diventata una forma di sballo che non accenna ad arrestarsi facendo contare ogni anno percentuali crescenti in maniera esponenziale. Cosa sta accadendo ai ragazzi? Perché si abbandonano ad abitudini sempre più pericolose? Il riconoscimento dei sintomi diviene il primo campanello d’allarme con il quale i genitori possono intervenire prima che sia troppo tardi.
Le fasce d’età maggiormente interessate da questo problema sono quelle comprese tra i 14 e i 19 anni. Si inizia perché spinti dalla curiosità, dalla voglia di guadagnare subito, per poi finire inconsapevolmente dentro un baratro dal quale è difficile venirne fuori.
Ma quando il gioco d’azzardo occasionale si trasforma in ludopatia? Quando un giovane può essere definito soggetto ludopatico? Semplicemente quando il gioco diventa l’unica possibilità per sottrarsi alla realtà e la vincita del denaro l’unico modo per provare adrenalina. Si crea così un circolo vizioso che, se non individuato e bloccato nel suo sorgere, rischierà di trascinare i soggetti coinvolti in una strada molto pericolosa.
Gli esperti hanno stilato un elenco di comportamenti dai quali si può iniziare a diagnosticare la ludopatia. Se almeno quattro, fra quelli elencati, sono presenti, è il caso di rivolgersi ad uno specialista.
Bisogno di giocare quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata.
Irrequietezza o irritabilità se si riduce o si sospende il giocare.
Ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare.
Presenza di pensieri persistenti inerenti il gioco (es.: la persona ha pensieri persistenti, rivive passate esperienze di gioco, analizza gli ostacoli e pianifica la prossima giocata, pensa ai modi di ottenere denaro con cui giocare).
La persona gioca quando si sente a disagio (es.: indifeso/a, colpevole, ansioso/a, depresso/a).
Dopo aver perso denaro spesso torna a giocare per ritentare e recuperare le perdite.
Menzogne per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco.
Compromissione delle relazioni significative, problemi con lo studio a causa del gioco.
Richieste agli altri per procurarsi il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie causate dal gioco.
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale della ludopatia prevede un cammino abbastanza lungo, che si compone di diverse fasi nel corso della quale si esegue l’analisi funzionale, ovvero si valutano le cause che hanno avvicinato il ragazzo al gioco. L’analisi delle distorsioni cognitive, cioè i pensieri che costituiscono la base sulla quale si sviluppa il comportamento patologico. L’automonitoraggio del craving (l’impulso di giocare): qui necessita la collaborazione del paziente il quale deve imparare ad autocontrollarsi e capire quali sono gli stimoli che lo spingono a giocare. Fondamentale è poi appoggiare il giovane nella prevenzione delle ricadute. Qui si prendono in considerazione le cause, si prepara un piano per fronteggiarle e, nel frattempo, il giovane viene incoraggiato e supportato nel superarle.
La diffusione del gioco d’azzardo anche online ha permesso al gioco di diffondersi sempre di più tra gli adolescenti, con il rischio di diventare una vera e propria dipendenza, causando problematiche per la salute fisica, mentale e per la vita sociale del giovane.
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