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Immagine del redattoreArturo Francesconi

L’arte dell’ascolto degli alunni nell’attività didattica

“L’incapacità dell’uomo di comunicare è il risultato della sua incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto”.

(Carl Rogers) 

ascolto

Nel lontano 2001 è uscito un libro di Paolo Crepet dal titolo: Non siamo capaci di ascoltarli.* E’ stato un testo che ha segnato il mio modo di fare lezione. Avevo iniziato da 5 anni e credevo nell’importanza dell’ascolto, ma il libro mi ha aiutato a sviluppare quest’arte poco attuata in molte scuole e famiglie.


      Ma perché è così difficile prenderci del tempo per imparare ad ascoltare e accettare ciò che gli altri dicono? Perché mentre uno parla noi, anziché ascoltare, pensiamo già alla risposta? Perché nelle nostre scuole ci sono quasi esclusivamente lezioni frontali che spesso soffocano il dialogo, il desiderio di fare domande, inibendo qualsiasi voglia di ricerca e confronto?


      Esistono molte tecniche sperimentate e attuate con successo dall’asilo sino alle classi delle superiori però credo che un docente, una maestra possa applicare qualsiasi metodo innovativo… ma se non ascolta con il cuore, tutto diventa più difficile e il metodo attuato non va a buon fine. Ho partecipato a convegni, ho visitato parecchie scuole ed ho notato che i risultati diventavano consistenti dove sono presenti docenti attenti alle esigenze ed ai bisogni dei ragazzi. Un bambino, un alunno ascoltato si sente amato e capito.  


     Conosco dei docenti che per anni hanno spiegato in classe senza mai essere ascoltati dai loro alunni, altri che non volevano mai essere interrotti, altri ancora che imponevano un silenzio che impediva una anche minima comunicazione. Se vogliamo imparare a comunicare nelle nostre classi è necessario capire le cose non dette, i silenzi e parafrasando Rogers, per comunicare con efficacia è necessario imparare ad ascoltare e farlo con gioia. Chiudo con un interessante pensiero di Antonio Gravina: “Le parole sono come conchiglie, dentro di esse ci sono messaggi nascosti, spesso non vengono capiti, ma solo chi è sensibile riesce a percepirli con la sua essenza. Questo è il vero ascolto”.


*Crepet P., Non siamo capaci di ascoltarli, Einaudi, Torino 2001.

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