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L’educazione musicale a scuola potenzia le capacità mnemoniche, aiuta la psiche e a socializzare

L'educazione musicale è una materia spesso considerata minore, per le meno ore di lezione in classe. Un pensiero sbagliato. Gli esperti dicono che educa all’ascolto, all’apprendimento, migliora la creatività e le abilità linguistiche degli alunni.
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Educazione musicale a scuola. Una materia che spesso corre il rischio di essere considerata di ‘minor valore’ rispetto ad altre discipline per il semplice motivo che ad essa vengono riservate meno ore di lezione in classe. Un pensiero sbagliato se si pensa che, come hanno detto spesso gli esperti, educare alla musica vuol dire educare all’ascolto, all’apprendimento, migliorare la creatività e le abilità linguistiche degli alunni. La musica stimola il cervello, regala emozioni, aiuta a comprendere anche le sensazioni che si vivono e, quest’ultimo aspetto, non è da sottovalutare per gli adolescenti. Proprio grazie all’ascolto delle note musicali spesse volte i ragazzi riescono ad ascoltare le proprie sensazioni e ad esprimerle al mondo esterno. Quel mondo, che in questa fase della loro vita, spesse volte appare ostile.


La musica fornisce anche un valido allenamento per il potenziamento delle capacità mnemoniche. Quante volte capita a tutti noi di ascoltare per la prima volta una canzone, rimanerne colpiti e cercare di cantarla a modo nostro senza conoscere le parole. Poi la riascoltiamo, e altre volte ancora, finché il nostro cervello la memorizza definitivamente e siamo in grado di cantarla senza sbagliare. Che si tratti di imparare un testo o, addirittura le note per riprodurne la melodia, alla fine abbiamo messo in moto la nostra capacità di memorizzazione. Questo tipo di attività, esercitato dagli studenti, fa sì che la loro memoria si alleni allo stesso modo pure per apprendere le altre materie di studio.


Anche nel momento in cui lo studente è chiamato ad esibirsi davanti all’insegnante per le attività curriculari o, addirittura, davanti ad un pubblico di altri studenti o genitori, entra in gioco il ruolo importante della musica. In questo contesto infatti l’alunno è chiamato ad esprimersi davanti a tante persone, molte delle quali saranno anche sconosciute. Ed è qui che si metteranno in moto quelle capacità di superare difficoltà e timori dovuti al confronto con esperienze nuove ed importanti.


L’educazione musicale aiuta anche a socializzare. Si tratta infatti di un momento di condivisione dove i ragazzi sono chiamati ad interagire, confrontarsi, aiutarsi per l’ottima riuscita di un risultato. Qui sperimentano dunque la collaborazione e la condivisione. Ma non solo. In questo momento gli studenti si misurano con le capacità degli altri compagni e questo funge da stimolo per migliorarsi e crescere. Ma la musica ha anche un effetto rilassante sulla psiche. Se portata dentro le pareti scolastiche, aiuta i ragazzi a staccare la mente dai momenti di tensione e stanchezza che inevitabilmente si generano nel corso della giornata tra i banchi. Una curiosità: se si ascolta o si pratica musica leggera allora gli effetti saranno quelli di calmare ansia o stress. Una musica più ritmica, al contrario, dà energia e aumenta la concentrazione.


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La ‘musica’ aiuta a socializzare: un momento di condivisione dove i ragazzi sono chiamati ad interagire, confrontarsi, aiutarsi un risultato. Si sperimentano la collaborazione e la condivisione e ci si misura con le capacità degli altri come stimolo per migliorarsi e crescere.

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