Complesso di inferiorità e solitudine: accettarsi per superare l’insicurezza
- Arturo Francesconi
- 12 ore fa
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Come il sentirsi inferiori può condurre alla solitudine e rallentare la crescita personale.

Il complesso di inferiorità: un ostacolo emotivo alla crescita
Il complesso d’inferiorità è uno stato emotivo che fa parte del processo di crescita verso la costruzione della propria identità. La paura di non essere accettati nasce dalla convinzione di sentirsi inferiori agli altri: per altezza, intelligenza, bellezza... Questo è un problema che assilla molti ragazzi e molte ragazze e mi ritrovo ad affrontarlo anche nelle mie classi. “Convinciti che vali quanto gli altri!”, è il ritornello che ripeto spesso. Anche se uno avesse il più grande difetto del mondo, avesse fatto un grave errore, perché devi sentirti inferiore, perché dici che sei finito?
Storie di resilienza: l’accettazione come forza
Ricordo anni fa di aver conosciuto un signore che, a causa di un incidente di lavoro, aveva perso un occhio ed essendo camionista, non poteva più svolgere la sua attività. Un amico mi disse: “Se tu conosci mio zio resti sconvolto dalla forza morale che ha!”. Era davvero così! Aveva una voglia di vivere superiore a tutti noi e mi raccontava di non essere mai stato così contento, perché aveva capito che doveva affrontare quella situazione come una sfida, accettandola con coraggio, senza subirla e senza rinchiudersi in se stesso. Lui non si sentiva inferiore agli altri, accettava ciò che gli era capitato ed era felice. Ci sono altri grandi uomini che hanno vinto la loro sfida contro il destino avverso, in particolare penso ad Ambrogio Fogar e Alex Zanardi.
Solitudine e insicurezza: una conseguenza emotiva
Come conseguenza del complesso di inferiorità, che frena la crescita, c’è la paura di sentirsi esclusi dagli altri o di rimanere soli. Alcuni, soprattutto le ragazze, si chiudono in casa, talvolta si lamentano perché hanno poche amiche o perché si sentono sole. Hanno paura di manifestare questa fragilità, l’insicurezza. Anche questo nasce dal non accettarsi pienamente e dalla paura del giudizio altrui. Spesso ci sentiamo come nella poesia scritta da una mia ex alunna in un momento particolarmente delicato per lei.
Poesia: “Solo e fragile” – Maria Serena Dianda
Sentirsi solo e non sapere a chi confidarlo.
Non capire perché viviamo e non sapere a chi chiederlo.
Non saper gioire e non saper con chi farlo.
Ognuno che resta solo nell’immensità oscura
della noia, dell’ignoranza, della tristezza.
Sarà fragile come un fiore senza luce e senz’aria
che un semplice e leggiadro soffio di vento porterà via.