Il lungometraggio esordio di Sidney Lumet: è un esempio di analisi contemporanea riguardo le questioni di giustizia, pregiudizio e responsabilità sociale.
Nel 1957 esce nelle sale cinematografiche La parola ai giurati (12 Angry Men), il primo lungometraggio diretto da Sidney Lumet, tratto dall’opera teatrale dello sceneggiatore Reginald Rose.
La storia vede protagonisti dodici giurati che devono giudicare la colpevolezza di un diciottenne, proveniente dai bassi fondi, accusato di aver assassinato il padre. Undici giurati sono convinti, senza alcun dato concreto, della colpevolezza del ragazzo mentre il dodicesimo (l’architetto Davis, interpretato da Henry Fonda) lo considera innocente. Trattandosi di una condanna a morte, tramite la sedia elettrica, il verdetto deve essere unanime, quindi Davis con perseveranza convincerà gli altri giudici a mettere in dubbio le loro convinzioni e i loro preconcetti argomentando in maniera più che valida la sua tesi.
A distanza di più di sessant’anni anni dal suo esordio, La parola ai giurati è ancora oggi un ottimo esempio di costruzione della tensione emotiva grazie all’utilizzo di uno spazio ristretto che dà il senso della claustrofobia per accentuare la narrazione; infatti quasi l’intero film si svolge all’interno della stanza dei giurati.
L’opera mostra chiaramente le contraddizioni e il razzismo della società statunitense e mette in luce la complessità umana e quella sociale. La brillante sceneggiatura e la performance degli attori hanno contribuito a rendere questo film un classico nonostante sia ambientato esclusivamente in una sala della giuria.
La parola ai giurati è un film che affronta temi atemporali come la giustizia, il pregiudizio e il sistema legale. Evidenzia in maniera inequivocabile la complessità delle decisioni giuridiche, le tensioni sociali e la necessità di guardare oltre i preconcetti personali, per giungere ad una giusta conclusione del verdetto attraverso temi di giustizia e moralità ancora rilevanti nella società odierna.
Una pellicola che affronta temi senza tempo come la giustizia, il pregiudizio e il sistema legale. E che evidenzia la complessità delle decisioni giuridiche. Troppo spesso con troverse ‘di natura’.