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Abitare l’ambiente di domani: Dio ama la terra, l’ha desiderata e creata: noi come la trattiamo?


I danni dei giovani attivisti ambientalisti, imbrattatori di monumenti, sono poca cosa a confronto di quelli che sta provocando il cambiamento climatico: ha senso invece cercare di svegliare le coscienze dei singoli, delle società e dei veri deturpatori dell’ambiente se vogliamo ci sia una terra abitabile in futuro. Martin Lintner, classe 1972, professore di teologia morale e spirituale a Bressanone e Trento, autore di diversi saggi tra cui “Etica animale” (Queriniana), ha citato la Bibbia e dialogato con la tradizione cattolica per guardare a come “Abitare l’ambiente di domani”, tema affidatogli per l’ultimo incontro della Cattedra del Confronto a Trento.


A Lintner abbiamo chiesto qual è il ruolo della spiritualità nella costruzione di una società sostenibile e giusta


“Bisogna chiederci innanzitutto cosa intendiamo per spiritualità. Le idee su ciò che è spirituale sono molto differenti. Personalmente credo si tratti di una visione del mondo in grado di oltrepassare la materialità: la spiritualità di una persona è sempre anche una forma di “ricerca di senso” dell’esistenza. In un senso più cristiano può significare vivere “in un certo spirito”, quello incarnato da Cristo stesso, come dice San Paolo: vivere secondo lo spirito di Cristo. Ciò comporta avere uno spirito di misericordia nei confronti di tutte le creature e la consapevolezza che questa terra è creazione. Di conseguenza ci mettiamo in relazione con il creatore, Dio: la nostra responsabilità e la consapevolezza con cui viviamo sulla terra ha un interlocutore in lui e dobbiamo rendere conto della sua fiducia in noi. Dio ama la terra, l’ha desiderata e creata: noi come la trattiamo?


Pare che ancora non ci sia piena consapevolezza dei danni del riscaldamento globale sulla terra. Come giudica le scelte di giovani ambientalisti, che imbrattano monumenti e opere d’arte per attirare la nostra attenzione sul problema? Hanno senso queste azioni?

“A mio avviso si, hanno un senso: quello che ci sta per accadere in futuro se non riusciamo a cambiare, sarà molto più grave dei danni provocati da vernice lavabile su dei monumenti. Dobbiamo riuscire almeno a rallentare il cambiamento climatico. Le conseguenze saranno pesanti sia sugli uomini che sulle creature della terra e questi giovani cercano di risvegliare le nostre coscienze su un problema enorme”.

Concludendo: a suo avviso è possibile un'economia sostenibile basata sul sistema capitalistico del profitto?


“Un primo passo potrebbe essere una grande severità con coloro che producono danni a livello ecologico. Quasi sempre l'attuale sistema economico non misura i danni ecologici che risultano sempre a carico della società. Se veramente si individuassero i responsabili di tali gravissimi danni e si facesse pagare loro direttamente il costo di tali disastri, allora forse, anche nel sistema capitalista, gli equilibri cambierebbero. Non si potrebbero più produrre oggetti a poco prezzo in barba al rispetto della natura e dei lavoratori”.

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