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Educazione civica: verso una progressiva definizione

La legge 20 agosto 2019 n. 92 ha catapultato nella scuola italiana una novità che solo adesso appare in tutte le sue potenzialità ma anche in tutte le sue problematicità. La legge è entrata in vigore il 5 settembre 2019, ad anno scolastico iniziato, motivo per cui abbiamo visto rinviare la sua prima attuazione al corrente anno scolastico.

L’art. 1 afferma che “l’educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri”. E’ un insegnamento che si realizza trasversalmente, ossia riguarda tutte le discipline, e mira a permeare l’intero percorso scolastico, riguarda infatti tutti gli allievi: dalla scuola dell’infanzia fino alla maturità.

In un anno scolastico si dovranno svolgere 33 ore di lezione e, poiché non si prospetta in nessuna scuola una quota oraria aggiuntiva (quota di autonomia), l’educazione civica “prenderà” un po’ qua e un po’ là, negli spazi dei vari docenti, giustificata dal suo essere disciplina trasversale. In coerenza, comunque, circa i contenuti, con il Piano triennale dell’offerta formativa adottato dalla singola istituzione scolastica con delibera del Collegio dei docenti.

Primo ciclo

Nelle scuole del primo ciclo, l’insegnamento trasversale dell’educazione civica è affidato, in contitolarità, ai docenti di classe individuati sulla base dei contenuti del curricolo, utilizzando le risorse dell’organico dell’autonomia. Uno dei docenti svolge funzioni di “coordinamento” della didattica. Per i bambini della scuola dell’infanzia gli insegnanti opereranno attraverso la mediazione del gioco: i bambini potranno essere guidati ad esplorare l’ambiente naturale e quello umano in cui vivono e a maturare atteggiamenti di curiosità, interesse, rispetto per tutte le forme di vita e per i beni comuni.

“Per gli alunni della scuola primaria, in coerenza con quanto disposto dal decreto legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2020, n. 41, il docente coordinatore propone l’attribuzione di un giudizio descrittivo, elaborato tenendo a riferimento i criteri valutativi indicati nel PTOF, che viene riportato nel documento di valutazione”.

Secondo ciclo

Nelle scuole del secondo ciclo, lo studio dell’educazione civica è affidato ai docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove presenti. Nei corsi dove non si impartisce l’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche l’insegnante di educazione civica deve comunque essere in possesso della classe di concorso A046 ma sarà in aula in compresenza con i colleghi del consiglio di classe con i quali dovrà “coordinare” una scansione dei contenuti didattici, preventivamente definita, nelle sue linee essenziali, nell’ambito dello specifico dipartimento di discipline giuridiche ed economiche sulla base delle Linee guida definite dal Ministero.

“L’insegnamento trasversale dell’educazione civica è oggetto delle valutazioni periodiche e finali”: spetta al docente coordinatore formulare la proposta di voto, acquisendo elementi conoscitivi dagli altri docenti.I contenuti di Educazione civica riguarderanno le seguenti aree tematiche: a) Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale; b) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015; c) educazione alla cittadinanza digitale.

A queste tre macro aree si affiancano (e si integrano) altre tematiche: d) elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro; e) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; f) educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; h) formazione di base in materia di protezione civile.

Sarà sollecitata anche la la conoscenza e l’attuazione consapevole dei regolamenti di Istituto, dello Statuto delle studentesse e degli studenti e del Patto educativo di corresponsabilità.

Nella “filosofia” alla base della norma, “ogni disciplina è, di per sé, parte integrante della formazione civica e sociale di ciascun alunno” (Linee guida), pertanto si procederà attraverso “processi di interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari”. Saranno, infatti, altresì promosse l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva. Ne esce l’identikit del cittadino modello che ogni Paese vorrebbe avere. Non è cosa da poco! Anche le famiglie sono sollecitate ad un maggiore coinvolgimento attraverso opportune integrazioni al Patto educativo di corresponsabilità.

Che si debba, in ogni caso, procedere verso una progressiva e ulteriore definizione dell’insegnamento dell’Educazione civica nella scuola è evidenziato anche dallo stanziamento di 4 milioni di euro annui (a decorrere dal 2020) destinati alla formazione dei docenti.

Inoltre entro l’anno scolastico 2022/2023, il Ministro dell’istruzione provvederà ad integrare le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, definendo i traguardi di sviluppo delle competenze e gli obiettivi specifici di apprendimento.

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