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‘FUORI’ IL NUOVO FILM DIRETTO DA MARIO MARTONE

Il lavoro più intimo e vibrante del regista che ritrae la scrittrice e partigiana Goliarda Sapienza tra carcere, rifiuti editoriali e una profonda ricerca di appartenenza. Appena uscita dal carcere di Rebibbia dove è stata rinchiusa per furto di gioielli, la donna si ritrova senza un soldo ed è alla disperata ricerca di un lavoro
film Fuori di Mario Martone

Sono tornata a vivere in una piccola comunità dove le proprie azioni vengono seguite, e approvate quando giuste, insomma, riconosciute”, scrive Goliarda Sapienza ne ‘L'università di Rebibbia’. La scrittrice e partigiana catanese scomparsa nel 1996 è stata riscoperta negli ultimi anni per il valore della sua eredità letteraria. E di questa eredità fa tesoro Mario Martone, che insieme a Ippolita Di Majo firma il film ‘Fuori’, ispirato ai testi della scrittrice, in particolare ‘Le certezze del dubbio’. Il regista racconta l’estate di rinascita di Goliarda Sapienza: appena uscita dal carcere di Rebibbia dove è stata rinchiusa per il furto dei gioielli di un’amica, la donna si ritrova senza un soldo ed è alla disperata ricerca di un lavoro. Nessuno è disposto a pubblicare il suo romanzo ‘L’arte della gioia’ e l’unica cosa che sembra colmare il suo vuoto interiore è il rapporto instaurato con le donne conosciute in carcere. Più in particolare si lega alla giovane e selvaggia Roberta interpretata da una magnifica Matilda De Angelis, capace di tener testa all'ormai affermata Valeria Golino. 


Il film Fuori di Mario Martone: un ritratto intenso di Goliarda Sapienza


È il titolo stesso di quest’opera a rivelare la vera essenza e il corpo narrativo di questo lungometraggio. Il termine gioca sul confine sfumato tra dentro e fuori. Fuori e dentro il carcere, fuori e all’interno dei salotti elitari di una Roma benestante, fuori e dentro il mondo dell’editoria che rifiuta il suo capolavoro. Roma è puro contrasto, bella e degradata, pericolosa e accogliente, si passa dalla ricca Parioli alla popolare Prenestina ripercorrendo insieme ai personaggi la grande città agli albori degli anni ‘80. Un dentro e fuori non solo fisico ma anche, e soprattutto, mentale ed emotivo.

Abbiamo parlato di spazio, ma anche il tempo gioca un ruolo cruciale che si sviluppa in un tempo relativamente breve ma che viene dilatato, senza mai annoiarci, al punto da perdere la percezione reale della durata degli eventi vissuti da Sapienza. “Le ore del nostro presente sono già leggenda”, c’è scritto sul muro di Porta Maggiore. 

Nel suo percorso, la scrittrice cerca sempre una nuova forma di solidarietà, un’appartenenza diversa, un’amicizia e perché no, anche un po’ d’amore. È poi la ricerca di emozioni nuove inesplorate che la spingono a riempire quel vuoto affettivo, tanto che il marito compare solo alla fine quasi a segnare un’assenza più che una presenza. C’è poi la passione per la scrittura, che rimane sempre lì: essenziale, vitale. È il motore che la sprona ad andare avanti, non solo per sopravvivere, ma soprattutto per vivere.


Il tempo gioca un ruolo cruciale che si sviluppa in uno spazio relativamente breve ma che viene dilatato, senza mai annoiarci, al punto da perdere la percezione reale della durata degli eventi vissuti dalla protagonista del film.

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