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Immagine del redattoreDomenico Pisana

L’IRC e l’educazione alla cittadinanza

L’educazione alla convivenza civile non può essere una disciplina specifica ma un’azione che le attraversa tutte e a queste deve ricondursi. C’è una condizione imprescindibile della trasversalità dell’educazione alla Cittadinanza
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La scuola in cui vivono i giovani di oggi può dirsi una palestra di educazione alla cittadinanza, un luogo nel quale matura la cultura dell’essere cittadini attivi e avviene una esperienza di valori come la solidarietà, l’amicizia, il rispetto dell’altro, la pace, la tolleranza? E chi deve compiere, nel concreto, questo tipo di educazione? E’ orientamento comune che debbano essere le discipline scolastiche a favorire, nel processo educativo, la sinergia di tutte le componenti morali, cognitive ed emozionali, e a far capire a tutta la scuola che è necessaria un’educazione alla cittadinanza integrata e multidimensionale. L’educazione alla convivenza civile non può essere una disciplina specifica, ma un’azione che attraversa tutte le discipline di indirizzo scelto e a queste deve ricondursi, quasi a sottolineare che c’è una condizione imprescindibile della trasversalità dell’educazione alla cittadinanza, atteso che valori come rispetto, tolleranza, solidarietà, senso del dovere, costituiscono la base fondativa di una cultura della cittadinanza.


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La scuola non può limitarsi, pertanto, a collocare l’educazione alla cittadinanza in una mera prospettiva giuridica o sociologica ma deve guardare più avanti. C’è infatti una prospettiva più profonda che l’IRC può far cogliere agli studenti quando si parla di cittadinanza ed è quella etica; i docenti hanno nella loro programmazione didattica tante possibilità sia per formare gli studenti ai valori dell’impegno sociale, del dono, della gratuità e della condivisione nei confronti delle fasce più emarginate e più deboli della società, sia per sollecitare comportamenti ed atteggiamenti di impegno personale.


 

L’IRC è sicuramente una palestra di cittadinanza quando mette i giovani nelle condizioni di “sapere comprendere” l’importanza della cittadinanza come fatto etico; “sapere essere uomini solidali”; “saper fare” gesti concreti di cittadinanza attiva e di solidarietà verso l’altro.


In questo quadro di condizioni, l’IRC  è allora un insegnamento chiamato ad aiutare gli studenti a rapportarsi con la diversità ; a promuovere in loro l’autostima attraverso la propria capacità progettuale ed operativa; a sperimentare una nuova forma di apprendimento favorendo una relazione tra vita reale e teoria; a sviluppare l’attitudine all’ascolto e al confronto con l’opinione altrui favorendo così la capacità di riflessione critica e il superamento di visioni preconcette nei confronti di argomenti, situazioni o persone; a favorire un clima di classe solidale e cooperativo. La nozione di cittadinanza a livello europeo, e in particolar modo di cittadinanza responsabile, è vero che ha a che fare anche con le tematiche legate alle conoscenze dei propri diritti e dei propri doveri, ma per risultare efficace deve essere strettamente legata a valori etici e civici come la democrazia e i diritti umani, l’uguaglianza e la partecipazione, la coesione sociale e la solidarietà, la tolleranza, la diversità e la giustizia sociale


L’IRC può far cogliere l’etica della Cittadinanza. I docenti hanno tante possibilità per formare gli studenti ai valori dell’impegno sociale, del dono, della gratuità e della condivisione nei confronti delle fasce più emarginate e più deboli

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