L’educazione alla convivenza civile non può essere una disciplina specifica ma un’azione che le attraversa tutte e a queste deve ricondursi. C’è una condizione imprescindibile della trasversalità dell’educazione alla Cittadinanza
La scuola in cui vivono i giovani di oggi può dirsi una palestra di educazione alla cittadinanza, un luogo nel quale matura la cultura dell’essere cittadini attivi e avviene una esperienza di valori come la solidarietà, l’amicizia, il rispetto dell’altro, la pace, la tolleranza? E chi deve compiere, nel concreto, questo tipo di educazione? E’ orientamento comune che debbano essere le discipline scolastiche a favorire, nel processo educativo, la sinergia di tutte le componenti morali, cognitive ed emozionali, e a far capire a tutta la scuola che è necessaria un’educazione alla cittadinanza integrata e multidimensionale. L’educazione alla convivenza civile non può essere una disciplina specifica, ma un’azione che attraversa tutte le discipline di indirizzo scelto e a queste deve ricondursi, quasi a sottolineare che c’è una condizione imprescindibile della trasversalità dell’educazione alla cittadinanza, atteso che valori come rispetto, tolleranza, solidarietà, senso del dovere, costituiscono la base fondativa di una cultura della cittadinanza.
La scuola non può limitarsi, pertanto, a collocare l’educazione alla cittadinanza in una mera prospettiva giuridica o sociologica ma deve guardare più avanti. C’è infatti una prospettiva più profonda che l’IRC può far cogliere agli studenti quando si parla di cittadinanza ed è quella etica; i docenti hanno nella loro programmazione didattica tante possibilità sia per formare gli studenti ai valori dell’impegno sociale, del dono, della gratuità e della condivisione nei confronti delle fasce più emarginate e più deboli della società, sia per sollecitare comportamenti ed atteggiamenti di impegno personale.
L’IRC è sicuramente una palestra di cittadinanza quando mette i giovani nelle condizioni di “sapere comprendere” l’importanza della cittadinanza come fatto etico; “sapere essere uomini solidali”; “saper fare” gesti concreti di cittadinanza attiva e di solidarietà verso l’altro.
In questo quadro di condizioni, l’IRC è allora un insegnamento chiamato ad aiutare gli studenti a rapportarsi con la diversità ; a promuovere in loro l’autostima attraverso la propria capacità progettuale ed operativa; a sperimentare una nuova forma di apprendimento favorendo una relazione tra vita reale e teoria; a sviluppare l’attitudine all’ascolto e al confronto con l’opinione altrui favorendo così la capacità di riflessione critica e il superamento di visioni preconcette nei confronti di argomenti, situazioni o persone; a favorire un clima di classe solidale e cooperativo. La nozione di cittadinanza a livello europeo, e in particolar modo di cittadinanza responsabile, è vero che ha a che fare anche con le tematiche legate alle conoscenze dei propri diritti e dei propri doveri, ma per risultare efficace deve essere strettamente legata a valori etici e civici come la democrazia e i diritti umani, l’uguaglianza e la partecipazione, la coesione sociale e la solidarietà, la tolleranza, la diversità e la giustizia sociale
L’IRC può far cogliere l’etica della Cittadinanza. I docenti hanno tante possibilità per formare gli studenti ai valori dell’impegno sociale, del dono, della gratuità e della condivisione nei confronti delle fasce più emarginate e più deboli
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