Chi ha il potere nella gestione della scuola? Come la organizza? E quali obiettivi si vogliono raggiungere? Dobbiamo immaginare una piramide al cui vertice si trova il ministero dell’Istruzione e del Merito e alla base ci sono i cittadini, titolari del diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito
Il termine “governance” lo troviamo nelle letture che riguardano i temi dell’organizzazione scolastica. Anche i programmi relativi alla procedura straordinaria che ci attende a breve per le immissioni in ruolo, contenuti negli allegati C e D al Decreto ministeriale, pongono l’attenzione su questo importante argomento. In termini concreti la governance risponde ad alcune questioni fondamentali: chi esercita il potere nella gestione della scuola? Con quale struttura organizzativa? E quali obiettivi si vogliono raggiungere attraverso l’esercizio di tale potere?
Per tentare una risposta sintetica dobbiamo immaginare una piramide al cui vertice si trova il Ministero dell’Istruzione e alla cui base si trovano i cittadini, titolari del diritto all’istruzione, costituzionalmente affermato e garantito. Per poter essere quanto più vicini possibile ai cittadini, l’Amministrazione centrale (il ministero) opera, sul territorio, attraverso gli Uffici scolastici regionali e provinciali. Gli uffici scolastici, dipendenti quindi dal ministero, si denominano regionali per individuare una competenza in una determinata area territoriale, non perché dipendano dall’Ente Regione. Ciò non esclude, tuttavia, che anche gli enti locali abbiano una loro funzione in materia scolastica; ricordiamo che tali enti locali territoriali sono: le Regioni, le Province, i Comuni e le città metropolitane.
L’ultimo anello della catena (ma non per questo meno importante) è l’istituzione scolastica autonoma la quale, a sua volta, presenta una struttura organizzativa interna finalizzata a rendere concreta la fruizione del servizio di istruzione da parte degli studenti-cittadini. A livello centrale, a supporto dell’attività del ministero, troviamo il CSPI (Consiglio Superiore Pubblica Istruzione) organo i cui pareri sono obbligatori (devono necessariamente essere richiesti dal Ministero) ma non vincolanti. Abbiamo recentemente sperimentato questa funzione, quando il CSPI è stato chiamato a pronunciarsi in merito alla procedura straordinaria per l’immissione in ruolo dei docenti di religione. Altri due organi che abbiamo imparato a conoscere in questi anni sono: l’INVALSI (Ist. Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e di formazione) e l’INDIRE (Ist. Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa). Chi vuole può approfondire questa traccia in vista della procedura straordinaria.
Per essere vicini possibile ai cittadini, il ministero opera attraverso gli Uffici scolastici regionali e provinciali per individuare una competenza in una determinata area territoriale. Ciò non esclude che anche gli enti locali abbiano una loro funzione in materia scolastica
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