Nel settembre del 2019, sulla scia degli insegna- menti di Evangelii gaudium e di Laudato sì’, papa Francesco ha avanzato la proposta di avviare un patto educativo globale. L’idea di attivarsi a livello internazionale sui temi fondamentali dell’educazione e della formazione risulta uno degli esempi più significativi di Chiesa in uscita ovvero di una comunità di credenti capace di prendere l’iniziativa e di incidere a li- vello sociale, economico e politico tramite processi volti alla ricerca del bene comune. Nel Messaggio per il lancio del Patto Educativo (12 settembre 2019), Bergoglio sostiene l’urgenza di intraprendere a livello mondiale percorsi che – attraverso l’educazione integrale – pos- sano edificare la comunità umana del presente e del futuro su valori come il dialogo, la pace e la convivenza nella diversità culturale, etnica e religiosa.
Secondo Francesco, l’impegno a favore dell’istituzione del patto educativo globale può risultare una delle chiavi di volta in grado di indirizzare il cambiamento d’epoca in atto verso la tutela e la promozione in ogni angolo della terra della dignità umana e dello sviluppo sostenibile. Per far ciò, necessita un progetto educativo capace di interpretare l’odierna complessità e di metterla a disposizione dell’umanità come strumento desti- nato tanto ad ascoltare le grandi questioni poste dalle giovani generazioni tanto ad avviare processi di cresci- ta nelle diverse periferie dimenticate del pianeta. Alla luce di ciò, non è più pensabile un apprendimento delle discipline scolastiche a compartimenti stagni bensì oc- corre sperimentare in modo serio la transdisciplinarietà orientata a connettere la religione alla sociologia, la filosofia alla statistica, la storia alle scienze. Si tratta di un percorso educativo sganciato da visioni utopistiche e astoriche e mirato alla generazione di un cambiamento fondato su una progettualità di lunga durata. Un piano che deve prevedere un investimento straordinario da parte delle istituzioni nazionali e globali finalizzato a dotare tutti i poli educativi e scolastici dei mezzi necessari a contrastare le varie forme di povertà, la dispersione scolastica e a promuovere l’educazione integrale.
Nello specifico, il patto educativo globale si propone di avviare un dialogo fra istituzioni, società, scuola, mondo del lavoro sui temi di quella che possiamo de- finire con l’espressione cittadinanza globale. Quest’ulti- ma, tanto a livello internazionale quanto su scala locale, è chiamata a incoraggiare continuamente l’attitudine al vivere insieme, al cooperare e a progettare con lo scopo sia di superare una volta per tutte le politiche restrittive dei confini nazionali tradizionali sia di favorire il progetto di un’unica comunità di destino a livello planetario. Per far questo, a parere di Bergoglio, bisogna immette- re nei processi educativi il basilare dato antropologico della fraternità dal quale discendono le varie tipologie relazionali come la solidarietà, la misericordia, la generosità e in genere la reciprocità. In concreto, ciò significa che il sottosviluppo dei Paesi del terzo e del quarto mondo, i conflitti attivi in varie zone del pianeta, il disboscamento dei polmoni della terra presenti in vari continenti non sono problematiche locali inerenti esclusiva- mente gli uomini e le istituzioni di quelle terre bensì sono questioni globali che invitano tutti a cambiare passo. Così, l’educazione alla cittadinanza globale ci spinge a riconoscere il grande valore dell’interdipendenza fra dimensione locale e realtà universale poiché – come in- segna Francesco – tutto è connesso.
La finalità del patto educativo globale è quella di avviare un nuovo umanesimo attraverso l’educazione a un pensiero rinnovato con il quale dare impulso a piani politici orientati a tutelare la libertà, a garantire la giustizia sociale e a tenere insieme l’identità e l’alterità. Nella proposta del vescovo di Roma, la formulazione di un pensiero nuovo è destinato a coinvolgere tutti i protagonisti delle comunità locali e ad ascoltare il grido che arriva tanto dai poveri della terra quanto dalle giovani generazioni. Nel superare il modello di trasmissione depositaria del sapere, l’educazione alla cittadinanza responsabile e globale attraverso la sua capacità di interagire con la complessità sembra uno dei mezzi più idonei per rendere il mondo più umano