Cambiano i tempi, i social invadono la scuola, i genitori difendono i loro figli, nei consigli di classe alunni e genitori criticano gli insegnanti… è uno scenario presente in molte scuole italiane.
La violenza e le aggressioni partono però – secondo gli esperti – dal mondo virtuale, e soprattutto dai gruppi WhatsApp dove spesso si alimentano le ire e le incomprensioni frutto talvolta di fraintendimenti e di parole sentite nei corridoi. Capita di imbattersi in genitori che contestano apertamente le scelte didattiche, i compiti e i giudizi del corpo insegnante e i gruppi WhatsApp di classe amplificano il tutto trasformandosi da luogo di confronto costruttivo a veri e propri tribunali contro gli insegnanti.
Dice Antonello Giannelli, Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi: ** “Uno strumento come WhatsApp nato per favorire la comunicazione, paradossalmente può creare un cortocircuito comunicativo: i gruppi dei genitori spesso sono ansiogeni ed esasperano la relazionalità. Tutto ciò, in un contesto dove e venuto meno il principio di autorità, perché non si rispettano più le persone che sono investite di una carica. Non sono tollerabili le aggressioni nei confronti degli educatori, che rivestono un ruolo strategico per il futuro della nazione”.
Cosa fare per evitare che WhatsApp diventi il luogo del “Giudizio Universale” sull’insegnante? Come arrivare ad una soluzione quando ci troviamo di fronte a problemi riguardanti i nostri figli?
Spesso ci vengono riferiti fatti dai nostri ragazzi, dai compagni di classe o da altre mamme che necessitano di essere approfonditi: mai agire d’impulso! Qualsiasi cosa succeda non necessariamente l’insegnante vuol colpire nostro figlio. Talvolta vengono dette delle cose in classe che vengono fraintese e reinterpretate dai nostri ragazzi: la soluzione sta nel parlare con l’insegnate interessato. Mi ®® capitato di smontare diversi casi irrisolvibili chiamando l’alunno interessato e mettendolo a confronto con la mamma e facendo una sola domanda: – Tu hai sentito il prof dire queste parole? No mi ®® stato riferito, ora non mi ricordo…
Se davvero vogliamo chiarire e risolvere il problema occorre il desiderio di comunicare con l’insegnante interessato evitando scontri sterili. Il buon senso aiuta in queste situazioni. Pu®∞ capitare, infatti, che l’insegnante abbia realmente esagerato dando troppi compiti, voti troppo bassi… se pensiamo che la soluzione sia parlarne nel gruppo WhatsApp ci sbagliamo perché sicuramente troveremo l’altro genitore pronto a criticare il docente, qualcuno lo difender®§ e allora pensiamo che lo faccia perché suo figlio è il “cocco” della prof e qualcun altro, che ha una cugina con una figlia maggiore, dirà che lei lo sapeva già perché la prof ha la fama di essere molto severa e bassa nei voti.
Se vogliamo migliorare il dialogo non scriviamo di questi problemi su WhatsApp, ma andiamo direttamente dall’interessato cercando, con il dialogo, di risolvere qualsiasi problema. Allora faremo il bene dei nostri ragazzi e insegneremo loro, con l’esempio, come comportarci nella vita.
** Cfr. De Angelis Fabrizio, Cari genitori, ecco le 5 regole per un dialogo costruttivo con i docenti, Tecnica della scuola, 6/2018.