Crescono i fenomeni di bullismo e cyberbullismo in Italia: la fascia d’età più colpita va dagli 11 ai 13 anni
- Sofia Dinolfo

- 12 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Studi Istat dello scorso giugno, e che si riferiscono al 2023 evidenziano che 7 ragazzi su 10, fra gli 11 e i 19 anni, hanno dichiarato di aver subito comportamenti violenti e offensivi virtuali e reali. Emerge che il 68,5% di ragazzi intervistati ne è stato vittima.

Crescono i fenomeni di bullismo e cyberbullismo in Italia. L’allarme, lanciato da un’indagine Istat, sembra coinvolgere in maniera preoccupante anche tutta l’Europa. Entriamo nei dettagli della situazione nazionale. Gli studi Istat pubblicati lo scorso mese di giugno, si riferiscono al 2023 e mettono in evidenza che 7 ragazzi su 10, in età fra gli 11 e i 19 anni, hanno dichiarato di aver subito comportamenti violenti e offensivi sia nel mondo virtuale che reale. Dal dato finale è emerso che il 68,5% di ragazzi intervistati è stato vittima di bullismo e cyberbullismo.
Ma in cosa consiste nello specifico il bullismo? Come riconoscere questo fenomeno?
Gli ambienti di aggregazione come, ad esempio la scuola, sono quelli in cui questo comportamento trova facile proliferazione. Il bullismo è un comportamento aggressivo, non isolato ma ripetuto con frequenza, di carattere fisico, verbale, psicologico, messo in atto da uno o più soggetti con lo scopo di far stare male la vittima al punto da causargli danni fisici e/o psicologici. Ecco nei dettagli le forme più diffuse di bullismo:
Verbale: insulti, minacce, derisione;
Fisico: atti violenti come pugni, schiaffi, calci, furto o danneggiamento di oggetti;
Psicologico/Sociale: isolamento della vittima, diffusione di calunnie, pettegolezzi e umiliazione sociale.
C’è poi il cyberbullismo, un metodo di violenza che si avvale dell’uso dei social per mortificare e danneggiare la reputazione della vittima tramite, ad esempio, la diffusione di video e la falsificazione dei profili. Sono questi tutti atteggiamenti che devono mettere in allarme chi sta a contatto con la vittima perché difficilmente la persona che subisce questi comportamenti trova il coraggio di denunciare. Il report condotto dall’Istat ha preso in considerazione un campione di 39.214 adolescenti, pari a circa cinque milioni di giovani residenti in Italia. I dati sono allarmanti perché tradotti in termini concreti “oltre 1 su 5 (il 21%) riferisce di essere stato vittima di simili atti in maniera continuativa, cioè più volte al mese, e quasi l’8% addirittura con frequenza settimanale”. La fascia d’età più colpita è quella degli 11-13 anni, dove la percentuale di chi subisce ripetutamente atti di bullismo raggiunge il 23,7%, a fronte del 19,8% tra i ragazzi più grandi.
Il dilagare di questo fenomeno è favorito anche dal timore delle vittime, che spesso non raccontano quanto subiscono per pudore, paura di non essere creduti o di subire, per vendetta, ulteriori violenze. Si entra quindi in un circuito dal quale diviene difficile uscire. I genitori o gli insegnanti sono invece le prime persone alle quali occorre rivolgersi per ricevere aiuto.
Il cyberbullismo si avvale dell’uso dei social per mortificare e danneggiare la reputazione della vittima tramite, ad esempio, la diffusione di video. Sono atteggiamenti che devono mettere in allarme chi sta a contatto con chi subisce e che difficilmente trova il coraggio di denunciare.



