Ho avuto il piacere di intervistare il prof. Andrea Giliberto, collega, amico e collaboratore dello Snadir di Vicenza , scrittore di libri per ragazzi al suo esordio letterario con I ragazzi di Strennikov, edito da Coccole books nel giugno di quest’anno. Mi ha colpito questo libro dal titolo così particolare, anche in virtù del successo che sta avendo tra i ragazzi. Così, ho chiesto ad Andrea un’intervista per “scoprire” tutti i segreti del suo successo!
Andrea Giliberto è un autore pieno di entusiasmo, grinta e passione per la scrittura. Mi racconta di aver iniziato a scrivere perché ne ha sentito l’esigenza. La lettura è una delle sue passioni e lui cerca instancabilmente di trasmettere questa passione ai suoi alunni. Classe 1978, si è laureato al D.a.m.s musica di Bologna, specializzandosi nello studio dei codici miniati musicali del ‘300 e del‘400.
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro I Ragazzi di Strennikov cosa diresti? E’ la storia di un gruppo di amici che si ritrovano ad affrontare alcune situazioni tipiche dell’età a cui appartengono. Dovranno operare delle scelte e si renderanno conto che crescere significa anche agire responsabilmente. Un torneo di calcio a cinque sarà l’occasione per scoprire i valori della lealtà e dell’amicizia e riscoprire il legame con una generazione, quella dei nonni, che ha ancora tanto da trasmettere a livello di valori ai più giovani. Da dove nasce l’idea e l’ispirazione che ti ha portato a raccontare questa storia? L’idea nasce dalla mia passione per il calcio a cinque e dal legame che avevo con mio nonno, passavamo interi pomeriggi o serate insieme a guardare partite di calcio o le gare di ciclismo. L’ispirazione è nata quando un pomeriggio mentre ero assorto nella lettura, alcuni personaggi del libro hanno cominciato a fare capolino nella mia testa. Ho capito che era arrivato il momento di scrivere questa storia. Da quali elementi sei partito per scrivere questo libro? Ci sono diversi elementi, uno di questi è sicuramente il rapporto tra generazioni diverse. Spesso, erroneamente si tende a colpevolizzare i giovani per i loro atteggiamenti, ma se l’adulto che deve formarli preferisce dedicare loro poco tempo e per di più di scarsa qualità il risultato di quello che vediamo non può essere certo colpa dei ragazzi. L’adulto a volte pretende di essere considerato un punto di riferimento a prescindere, sottovalutando il fatto che i ragazzi ci osservano, ci studiano. Se ai loro occhi non siamo credibili, coerenti, come possiamo pretendere che ci ascoltino? Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo questa storia? C’è una frase all’interno del libro che dice nonno Strennikov a suo nipote – “ Non c’è un manuale d’istruzione per tutto. Facendo, conoscendo, sbagliando, imparando”. Oggi cresciamo i ragazzi con il mito dell’infallibilità, del successo. Vorrei che i ragazzi scoprissero anche il valore di rinunciare a volte a qualcosa. Come faranno i protagonisti del libro. Perché credi che si debba leggere I ragazzi di Strennikov? Chi lo ha letto lo considera un romanzo di formazione e io sono lusingato di questo. Sin da subito è stato chiaro per me come scriverlo. Ho tenuto conto delle caratteristiche delle nuove generazioni, che non amano leggere frasi lunghe e che la storia, nonostante l’intreccio, dovesse scorrere veloce. Da dove nasce la passione per la scrittura? Nasce dalla passione per la lettura. Scrivere è stata poi una naturale conseguenza. Quando è arrivata questa storia non ci ho pensato due volte, anche se ci ho messo quasi tre anni, tra fase di scrittura e riscrittura. Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa? In questo momento sono impegnato ad incontrare i lettori di questo libro. Ci sono molte classi sparse per l’Italia che lo hanno adottato come testo di narrativa ed è per me bellissimo poter parlare a molti studenti. Nel frattempo sto lavorando ad un secondo libro e sono nella fase di acquisizioni di dati, della progettazione. Questa volta vorrei dedicarmi alla tematica ambientale. C’è un libro o dei libri che ami particolarmente? Sono tre in realtà. “Il Dottor Zivago” di Boris Pasternak e “Memorie dal sottosuolo” di Fedor Dostoevskij. Li ho letti per la prima volta quando avevo 17 anni. E nel corso degli anni sono tornato a leggerli più volte. Nonostante sono libri che conosci ogni volta cogli sempre delle nuove sfumature. Mentre invece “La meravigliosa macchina di Pietro Corvo” di Guido Quarzo è stato il libro che mi ha fatto scegliere di diventare un autore per ragazzi.?