LA FORZA DELLA NON VIOLENZA
- Arturo Francesconi

- 12 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Gandhi è stato il grande profeta della non violenza, un esempio per tutti. Quando si reca in Sud Africa già da avvocato e vede le discriminazioni decide di fare qualcosa e matura una convinzione: le ingiustizie si possono sconfiggere solo con la parola e senza l’uso della forza.

“Le generazioni future faticheranno probabilmente a credere che un uomo simile si sia mai realmente aggirato in carne ed ossa su questa terra”. Sono le parole usate da Albert Einstein per ricordare la figura del Mahatma Gandhi. Parole che sottoscriviamo perché questo grande profeta della non violenza è stato un esempio per tutti noi. Quando si reca in Sud Africa – era già avvocato – e vede le discriminazioni a cui sono sottoposte le persone di colore da parte dei bianchi, decide che deve fare qualcosa per questa gente e, sin dall’inizio, ha una convinzione: le ingiustizie si possono sconfiggere solo con la non violenza. Propone allora di bruciare il lasciapassare che ogni uomo non europeo doveva portare con se viene picchiato e arrestato senza mai rispondere alla violenza. Diventerà famoso in tutto il mondo che parlerà di un uomo che per combattere e difendersi usa la non violenza.
Rientrato nella sua patria (India) verrà accolto come un eroe e lancerà la sua campagna non violenta per l’indipendenza della sua patria dagli Inglesi e riuscirà in questo intento. Diceva: “La pratica della non violenza richiede la completa mancanza di paura e il più grande coraggio. Essa è la più grande forza a disposizione dell’umanità. È molto più potente della bomba atomica”. Per lui il rifiuto della violenza era una profonda scelta morale, “una scelta di vita che pervade tutto l’essere”. Accanto alla non violenza, un’altra forma di lotta usata da Gandhi è stato il digiuno che farà a più riprese e che protrarrà talvolta per intere settimane fino al raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Il segreto del ‘successo’ diplomatico e della stima che tutti avevano per lui gli è derivato dalla sua coerenza e dalla ferma convinzione che con la non violenza si ottiene tutto, una non violenza attiva che richiede a coloro che la praticano di migliorare prima di tutto se stessi.
Le lotte di Gandhi sono simili a quelle di Martn Luther King che diceva: “Ogni uomo deve decidere se camminare nella luce dell’altruismo creativo o nel buio dell’egoismo distruttivo. Questa è la decisione. La più insistente e urgente domanda della vita è: che cosa fate voi per gli altri?”
Per lui il rifiuto della violenza era una profonda scelta morale. Un’altra forma di lotta usata da Gandhi è stato il digiuno che protrarrà talvolta per intere settimane fino al raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Il segreto del ‘successo’ diplomatico e della stima che avevano per lui, gli è derivato dalla sua coerenza.



