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Immagine del redattoreDomenico Pisana

In arrivo il nuovo concorso per i docenti di religione della scuola.

L’uscita dal precariato è un atto di giustizia e un diritto per tutti sancito dalla Costituzione
concorso docenti religione

Dopo il primo concorso indetto nel 2004, ai docenti di religione della scuola italiana che si trovano ancora in una condizione di precarietà si prospetta finalmente con il bando ministeriale, la possibilità di accedere ad un nuovo concorso.


Nel 1985, quando l’ora di religione divenne opzionale, si diceva con soddisfazione, specie negli ambienti politici ostili all’IRC, che con questa decisione finalmente l’ora di religione sarebbe uscita dalla scuola italiana. E invece non è stato così, se ancora oggi in Italia gli studenti si avvalgono, con una alta percentuale, dell'ora di religione, cosa che testimonia che tale disciplina è parte viva ed integrante della scuola italiana, perché – come diceva papa Benedetto XVI “la dimensione religiosa non è una sovrastruttura. Essa è parte integrante della persona, sin dalla primissima infanzia; è apertura fondamentale all'alterità e al mistero che presiede ogni relazione ed ogni incontro tra gli esseri umani. La dimensione religiosa rende l'uomo più uomo”.


Allo SNADIR, che meglio di altri, conosce i processi di inserimento della disciplina nell'ordinamento scolastico italiano, va dato il merito di essere riuscito, in mezzo a tanti ostacoli e contestazioni, ad aprire un varco per consentire la realizzazione di una giustizia sociale che vede i docenti di religione italiani e l’insegnamento della loro disciplina posti sullo stesso piano di dignità di tutti gli altri docenti della scuola e di tutte le altre materie.

“Il lavoro precario – afferma anche Papa Francesco -  è una ferita aperta per molti lavoratori, che vivono nel timore di perdere la propria occupazione; la “precarietà totale  – prosegue il Pontefice -  è immorale! Uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la società. Lavoro in nero e lavoro precario uccidono”.


Uscire dal precariato non è privilegio, ma una necessità, in quanto dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione. Il lavoro è fondamentale – lo dichiara fin dall’inizio la Costituzione Italiana – ed è necessario che l’intera società, in tutte le sue componenti, collabori, perché esso ci sia per tutti e sia un lavoro degno dell’uomo e della donna".


L’IRC, con il  Nuovo Concordato del 1984 tra Stato e Chiesa, non è  più  un’ora di catechesi come le persone con pregiudizio continuano ad insinuare,   ma   è  diventata una disciplina a tutti gli effetti. La sua piena curricolarità emerge in primo luogo dalle motivazioni culturali e pedagogiche della sua presenza, e dal fatto che si tratta di un insegnamento che tende a far acquisire conoscenze specifiche da mettere in relazione con altri sistemi di significato, abilitando gli studenti al confronto e alla rielaborazione critica. L’IRC è una disciplina che si muove nella prospettiva della formazione globale della persona e il suo compito è quello di sviluppare il confronto dell’alunno con la propria identità storica, di condurre a decifrare l’apporto esistenziale e culturale del cattolicesimo, di favorire il sorgere delle principali domande di senso e il dialogo con i sistemi religiosi e non.


concorso docenti religione

Nella scuola è indiscutibile l’apporto dell’ IRC, che non è un’ora di teologia in senso stretto, né di dibattito sull’attualità o sul senso della vita né una storia comparata delle religioni, né un condensato di psicologia o sociologia religiosa, ma un insegnamento dove, certo, tutti questi elementi, in un modo o nell’altro, si incrociano, ma al di là di definizioni il dato importante è che essa è “un’ora di cultura”, senza ulteriori aggettivi, con una forte valenza educativa e formativa e di cui la scuola non può fare a meno. 


Con il Nuovo Concordato del 1984 tra Stato e Chiesa, l’insegnamento della religione cattolica, non è  più  un’ora di catechesi come qualcuno, in modo scorretto, continua ad insinuare ma   è  diventata una disciplina a tutti gli effetti.

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