“Ragazzi: Studiate. Anche se nella vita è meglio furbi che colti. Anzi: proprio per questo. Per non arrendersi a chi vi vorrebbe più furbi che colti. Perché la cultura rende liberi, critici e consapevoli. Non rassegnatevi a chi vi vorrebbe opportunisti e docili e senza sogni. Studiate. Meglio precari oggi che servi per sempre”.
Questo scritto di Ilvo Diamanti mi ha particolarmente colpito e lo ripropongo all’inizio di quest’anno scolastico come un invito a noi docenti e un incoraggiamento a non “inscatolare” mai i nostri sogni e tanto meno quelli dei nostri alunni.
Se crediamo che la cultura ci permette di realizzarci meglio rendendoci liberi, critici e consapevoli allora è importante davvero non rassegnarsi andando dietro ad una società (i nostri alunni ne sono impregnati) che esalta il furbo, imita chi prende le scorciatoie, applaude il disonesto e chi fa finta di studiare. Se trasformiamo la scuola in un luogo di crescita, di confronto, allora possiamo creare coscienze libere, capaci un giorno di fare scelte consapevoli e di lavorare per il bene comune della società.
Mi verrebbe da aggiungere alle parole “ragazzi studiate”… anche “e amate la vostra scuola”. Facciamo in modo che questo anno scolastico non inizi con il pessimismo, con i pregiudizi che davvero uccidono i sogni. Altre volte ho parlato di Comunità scolastica, è quanto di più bello e intenso possa succedere in una classe, dentro la quotidianità di quattro mura, in un luogo che non crea sfide per il voto più alto, ma ci aiuta a capire e a crescere nella capacità di cooperare.
Facendo ciò ci trasformiamo tutti in protagonisti del nostro destino. All’inizio di ogni anno scolastico, in particolare con le prime, dico loro che faremo un anno molto bello e, se ci impegniamo insieme , possiamo trasformare le lezioni in un momento di crescita. Per fare ciò però occorre impegno e credere in ciò che si fa. Dalla mia esperienza tutte le volte che una classe – anche se difficile – si è impegnata al massimo ha sempre ottenuto qualcosa di buono, dando anche un contributo a tutta la scuola.
Ripartiamo con entusiasmo e – mentre diciamo ai nostri alunni “ragazzi studiate – intraprendiamo anche noi percorsi di aggiornamento e di studio per essere credili e sempre più competenti come insegnanti.