top of page

L’importanza del dialogo nel rispetto dell’identità e del pluralismo

Nella vita spesso molti preferiscono essere massa, stare con chiunque rinunciando ad una propria identità, anziché “stare con se stessi”, con le proprie idee, con la propria visione della storia; insomma preferiscono essere “uno, nessuno e centomila” direbbe Pirandello. Se in ambienti tradizionali e conservatori si dà importanza all’identità come valore, in quelli progressisti si dà a volte all’identità una connotazione negativa rivestendola di un alone ideologico, e ritenendo, invece, importante il pluralismo.

 

dialogo nel rispetto dell’identità

dialogo nel rispetto dell’identità

Nel pluralismo moderno, dialogo e identità sono le basi per una convivenza autentica e consapevole

 

In verità, l’identità radicata nella memoria aiuta a fare scelte, a valutare, discernere, rischiare, lottare per la costruzione del futuro; l’identità è però valore autentico se riconosce e si apre al pluralismo, altrimenti può diventare assolutismo. Il pluralismo è un bene se accoglie e rispetta le identità poggiata sulla memoria, tant’è che Primo Levi diceva: “Non c’è futuro senza memoria”. La storia ci ha fatto conoscere una Persona di natura umana e divina capace di incarnare identità e pluralità: Gesù di Nazaret.


Egli non ha scelto di stare con il potere romano, né con l’arroganza e la prepotenza degli scribi e farisei che gestivano la religione del tempo; né con coloro che possedevano ricchezze; né si è adeguato al conformismo del tempo. Gesù non ha rinunciato ad essere se stesso, ossia l’Uomo inviato da Dio per stare dalla parte dei deboli, degli esclusi e degli emarginati; e in questa scelta, molti, dapprima, lo hanno seguito, accompagnato e applaudito, ma alla fine si è ritrovato solo, tutti lo hanno abbandonato. Scegliere di “stare con una chiara identità” gli è costata la croce: vilipeso, maltrattato, ingiuriato, trafitto dai chiodi, ha dimostrato e testimoniato all’umanità che l’amore, quando è vero ed autentico, esige delle scelte ed anche il pagare di persona. Stare con se stessi, non è egoismo ma fedeltà alla propria identità nell’accoglienza della pluralità che viene dal dialogo con l’altro. 

                   

Importante nel pluralismo delle identità è il dialogo, che non deve essere sempre surriscaldato, polemico sfociando nell’insulto, nell’offesa e in scatti d’ira. Un vero dialogo pone sul tappeto posizioni diverse, giudizi complessi e variegati; alla fine ognuno può anche cambiare idea, ma può restare nella propria posizione senza offendere l’altro.

Il vero dialogo, per quanto acceso, non deve sfociare mai nell’ira che è un’altra cosa, del resto viene annoverata fra i sette vizi capitali. La parola ebraica che indica il vocabolo dell’ira è ‘af’ il cui suono sta ad indicare e a richiamare le narici sbuffanti del collerico.

Ecco perché gli antichi latini dicevano che l’ira è initium insaniae, è un avvio verso la follia. Rende folli e chi è folle diventa incontrollabile. Se non si vuole uccidere il dialogo, è necessario che gli interlocutori riescano a fare spazio nel loro cuore al punto di vista dell’altro, alla sua opinione e alle sue proposte.

 

Gesù non ha scelto di stare con il potere romano né con l’arroganza e la prepotenza degli scribi e farisei. NON si è adeguato al conformismo del tempo. Non ha rinunciato ad essere se stesso, ossia l’Uomo inviato da Dio per stare dalla parte dei deboli

Iscriviti alla nostra Newsletter

Grazie per l'iscrizione!

  • Facebook
  • Instagram
  • X
  • spreaker_logo_icon_144857_edited_edited
  • YouTube
  • LinkedIn

© 2023 PROFESSIONE IR  · CF: 90006380886

Direttore Responsabile: Rosario Cannizzaro
Iscr. Trip. Modica n. 2/95 - Iscritto al ROC n. 30311 Cookie Policy

Privacy Policy -  Cookie policy

w3c_edited
registrati per avere sevizi personalizzati
bottom of page