Arriva l'estate ed è tempo di mettere in atto i progetti programmati durante la stagione invernale. Un momento tanto atteso dagli studenti che adesso avranno del tempo libero per dedicarsi al meritato riposo, a qualche viaggio e, perché no, anche ai lavori estivi. Già perché sono tanti i ragazzi che approfittano delle vacanze estive per approcciarsi al mondo del lavoro.
Un modo per mettere da parte qualche risparmio e iniziare il cammino dell'indipendenza economica dai genitori, ma anche un modo per iniziare a sperimentare i rapporti lavorativi con tutte le responsabilità che ne derivano.
Ogni anno cresce sempre di più il numero degli studenti che nel periodo compreso fra giugno e agosto si dedicano alla ricerca di un lavoro stagionale. E, secondo le nuove stime, si prevede anche per l'estate 2023 un boom di giovani lavoratori. Ma quali sono i posti di lavoro in cui cresce la domanda e l'offerta di lavoro? Scopriamolo subito.
Dal momento che in estate c'è più tempo per viaggiare, dedicarsi ai propri hobby, mangiare fuori casa, visitare città nuove con gli annessi luoghi di attrazione turistica, accade che in molte località cresce l'esigenza di personale aggiuntivo per soddisfare le richieste dei turisti. Qui si crea l'offerta di lavoro per i giovani che si cimentano in figure professionali come ad esempio quelle del cameriere nei bar e ristoranti, dell’animatore nei villaggi turistici, del receptionist, della guida turistica.
C'è poi chi sfrutta la buona preparazione conseguita per dare ripetizioni a chi è rimasto indietro e deve mettersi a regola con le materie.
Qualunque sia il ruolo svolto, gli esperti vedono nelle attività lavorative prestate dai giovani durante il periodo estivo un comportamento da esempio. Proprio per questo motivo chiedono ai genitori di incoraggiare i ragazzi in questa scelta. Il motivo non è legato semplicemente alla possibilità di guadagnare soldi, ma va ben oltre. Si tratta infatti di un'esperienza che aiuta il cammino verso l'inserimento nel mondo degli adulti: quello fatto di responsabilità, rapporti interpersonali, gestioni di situazioni difficili, scambio di reciproco rispetto e così via. Negare questa possibilità, secondo gli esperti, equivale a far mancare ai giovani un tassello importante dentro il bagaglio delle esperienze formative.