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Immagine del redattoreSaro Cannizzaro

Le aggressioni ai docenti di studenti e genitori: un allarme che esige una strategia educativa

Ben 133 aggressioni ai docenti nel periodo compreso tra il primo gennaio 2023 e il 29 febbraio 2024. E sono solo i numeri di appena 60 giorni e all’interno delle scuole medie superiori. Una situazione cui va posto immediato rimedio.
aggressioni ai docenti

In un anno nelle scuole italiane si sono registrate ben 133 aggressioni nei confronti di docenti, di cui 70 commesse da studenti. E’ certamente un dato preoccupante che non passa inosservato e che preoccupa l’ambiente scolastico e l’opinione pubblica. Il dato è riferito al periodo compreso tra il primo gennaio 2023 e il 29 febbraio 2024 e, nello specifico, all’interno delle scuole medie superiori. Si tenga conto che si tratta delle sole aggressioni fisiche denunciate e per le quali gli insegnanti-vittime sono stati costretti a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso e, conseguentemente, a farsi refertare. Questi 133 casi non rappresentano solo il numero totale, giacché altri casi di aggressione non sono stati denunciati dai prof e che questi non sono voluti andare in ospedale. Come si diceva, 70 aggressioni sono state commesse da studenti, ma è ancora più grave il fatto che gli altri 63 casi sono stati commessi da genitori. Questi dati preoccupanti sono stati forniti dal capo della polizia, Vittorio Pisani, nel corso   dell’iniziativa ‘Nei panni di Caino per capire e difendere le ragioni di Abele’, alla scuola superiore di polizia, a Roma.


Su questo fronte il Governo sta lavorando ad una norma che dovrebbe contemplare la presunzione di danno reputazionale da parte di chi aggredisce un dipendente scolastico. L’Avvocatura dello Stato è pronta a costituirsi parte civile nel giudizio penale. Tutto ciò porterebbe a rendere automatico il risarcimento. Nel caso di minori dovranno essere i genitori o, come si diceva una volta, “chi ne fa le veci” a farsene carico. “Toccando anche nel portafoglio chi è responsabile dell’educazione dei propri figli, forse un’inversione di rotta si riuscirà ad ottenere” - ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.


Lo scorso 15 marzo in Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata, frattanto, la Legge 4 marzo 2024, n.ro 25, su ‘Modifiche agli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico’. Nello specifico, l’articolo 3 istituisce per il 15 dicembre di ogni anno la ‘Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico’ mentre l’articolo 4 introduce una modifica all’articolo 61 del codice penale, aggiungendo i casi di aggressione e violenza nei confronti del personale scolastico, quali circostanze aggravanti.


L’articolo 5 introduce, poi, le modifiche all’articolo 336 del codice penale, relativo ai casi di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. Nella fattispecie, la pena prevista dai sei mesi ai cinque anni di reclusione è “aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola”. In caso di costrizione a compiere un atto legato alla propria funzione, la pena prevista è fino ai tre anni di reclusione.  L’articolo 6 infine, introduce modifiche all’articolo 341-bis del codice penale relativo ai casi di oltraggio a pubblico ufficiale. La pena prevista dai sei mesi a tre anni di reclusione, “è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo o amministrativo della scuola. La pena è aumentata se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato”.


aggressioni ai docenti

Fra le modifiche, all’articolo 336 del codice penale, relativo ai casi di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, la pena prevista dai sei mesi ai cinque anni di reclusione, è “aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola”

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