Non arretreremo neppure di un millimetro, chiedendo a gran voce una procedura concorsuale straordinaria per tutti i precari della scuola… Lorenzo di Bari, insegnante di Religione da 13 anni.
Caro ministro, sono Lorenzo e sono qui con la mia famiglia (mia moglie e i miei tre figli). Vengo da Altamura in provincia di Bari. Insegno da 13 anni e dallo stesso numero di anni sono precario. Mi sento discriminato in quanto, non avendo un preciso inquadramento contrattuale come i colleghi che insegnano discipline differenti, è facile spesso essere considerato come un catechista cattolico a pagamento, inserito nella scuola solo in forza di un Concordato. Signor Ministro, se fosse questa la finalità dell’ora di religione, sarei un docente che ha fallito il suo obiettivo, dato che non ricordo nella mia esperienza di aver raccolto mai la confidenza di alunni che mi confessavano di aver abbracciato la fede cristiana o che iniziavano ad aver simpatia per il cattolicesimo, così da considerare possibile la condivisione di questa esperienza di fede. Una ulteriore esperienza di discriminazione, fra le tante che potrei annoverare, già riportate dai colleghi che mi hanno preceduto, ma che mi coinvolge maggiormente da un punto di vista emotivo, è non poter usufruire di un congruo numero di giorni di malattia in caso di bisogno o di non aver la possibilità di essere ricollocato in altra funzione qualora non fossi più nelle condizioni di insegnare. In questo tempo di pandemia tale genere di timori e incertezze non è uno spettro emotivo ma una situazione che può facilmente diventare reale. Signor Ministro, non è giusto che gli insegnanti di religione vivano con questa spada di Damocle sulla testa a causa di una politica ingiusta e inadeguata, temendo oltre la malattia la mancanza di una tutela che dopo anni di servizio dovrebbe essere assicurata a tutti i lavoratori della scuola. Caro Ministro come SNADIR non possiamo accettare di essere trattati come “figli di un dio Minore” discriminati su molteplici piani: economico-finanziario, legale, professionale, ma anche come cittadini che non godono degli stessi diritti. Quindi ribadisco la nostra intenzione di non arretrare neppure di un millimetro, chiedendo a gran voce una procedura concorsuale straordinaria per tutti i precari della scuola.