Il film segue le vicende del primo caso di mobbing di massa riconosciuto dal tribunale italiano, avvenuto presso l’Ilva di Taranto alla fine degli anni ’90. Dal 30 novembre al cinema.
In occasione della 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma è stato presentato al pubblico Palazzina Laf, il film d’esordio alla regia di Michele Riondino, in sala a partire dal 30 novembre.
Il neo-regista si cimenta in questa opera prima che lo vede coinvolto anche dal punto vista personale e familiare: infatti, figlio di un operaio dell'Ilva, Riondino decide di raccontare il primo caso di mobbing in Italia riconosciuto in un tribunale. La storia, ambientata alla fine degli anni ’90, narra le reali vicende di 79 impiegati dell'acciaieria tarantina che rifiutarono la retrocessione del loro contratto e vennero relegati dal presidente Emilio Riva in un reparto di confino senza alcun incarico (una specie di punizione, per piegare psicologicamente tutti coloro che intendevano ribellarsi alle disumane condizioni di lavoro in fabbrica). Dopo insistenti proteste, un processo condannò gli alti dirigenti e liberò le vittime da questi soprusi.
Nel film di Rondino i costumi sono retrò per l’epoca in cui il film è ambientato ed il ritmo appare incalzante grazie anche alle musiche di Teho Teardo e alla canzone originale La mia terra scritta ed interpretata da Diodato e presente nei titoli di coda. Il regista e attore, dopo aver raccolto testimonianze e letto numerose sentenze, decide di puntare più sull’aspetto umano che politico. Egli intrepreta il protagonista Caterino, un operaio corrotto che si vende come spia e che riferisce ogni mossa che i suoi colleghi intendono attuare contro il presidente Riva, intrepretato da Elio Germano. Caterino è l’unico personaggio di fantasia ma la sua esistenza all’interno del film ha uno scopo preciso che il regista chiarisce così: “È la mia critica feroce verso la classe operaia tarantina, oggi tutti quei cassintegrati continuano a pensare che se chiudesse l'azienda morirebbero di fame: ma l'Ilva non ha futuro. Si schierano dalla parte del più forte invece che gridare al mondo di essere la parte debole”.
Palazzina Laf è un film di forte denuncia sociale che mette in luce una problematica che ci riguarda ancora oggi. Benché se ne parli poco, infatti, sono numerosi i lavoratori relegati nei cosiddetti “reparti confino”. Come dichiara Michele Riondino, è importante ricordare l’accaduto per evitare che questi tremendi avvenimenti e quella sorta di “dimensione fascista” venutasi a creare al tempo, si ripetano nuovamente.