Alla Camera dei Deputati è stato definitivamente approvato il Decreto scuola, 145 favorevoli 122 contrari. Tra i molteplici punti del provvedimento uno in particolare riguarda la riforma del sistema di valutazione per la scuola primaria a partire dal prossimo anno scolastico 2020/2021. Il Decreto infatti manda in soffitta i voti in decimi e reintroduce i vecchi giudizi descrittivi.
La scuola primaria quindi torna indietro nel tempo, precisamente al 1977, anno in cui con la riforma scolastica (con la legge 517 sull’integrazione scolastica che eliminava le classi speciali per gli alunni con disabilità) vengono introdotti i giudizi sintetici per gli studenti delle scuole elementari a scapito della vecchia pagella con i voti.
Da allora la valutazione per gli alunni della scuola primaria è cambiata ben altre 9 volte. Dopo ben 43 anni la scuola si prepara quindi a tornare nuovamente nel passato, mettendo da parte i voti in pagella e sostituendoli con giudizi sintetici. Questo è quanto previsto dal decreto Scuola che modifica nuovamente il sistema di valutazione della scuola primaria. Un ritorno al passato voluto anche dalla ministra Lucia Azzolina, condiviso anche da pedagogisti e docenti, tanto che avevano chiesto di inserirla da subito nelle ordinanze degli scrutini di fine anno scolastico 2019/2020.
Alcune ipotesi:
votazioni dall’ottimo all’insufficiente;
voti espressi in lettere (dalla “A” per l’ottimo e così via, alla B, C, D e per ultimo alla lettera “E” per l’insufficiente) introdotti nel 1993 con una Ordinanza Ministeriale dal Ministro dell’Istruzione Rosa Russo Iervolino.
Successivamente il Ministero dell’Istruzione, emanerà un decreto attuativo apposito che specificherà come dovranno essere giudicati gli alunni della scuola primaria a partire dal prossimo a.s. 2020/2021.