La piaga cancrenosa del precariato dei docenti di religione e il ritardo accumulato dal nostro sistema d’istruzione sulla questione è ormai un’emergenza storica che interpella la responsabilità sociale di tutti gli attori coinvolti.
Si tratta di una situazione anomala e frustrante che nella realtà di tutti i giorni si traduce in un processo di marginalizzazione professionale ai danni di un’intera categoria di docenti, e soprattutto in fenomeni di instabilità e precarietà sociale economica e esistenziale che gravano su oltre 15.000 docenti.
A tal proposito, lo Snadir ha da anni avviato un percorso di discussione e di mobilitazione, che ha visto coinvolte le principali sigle sindacali (Fgu/Snadir, Cisl scuola, Flc cgil, Uil scuola e Snals), le istituzioni e i governi che si sono succeduti e in ultimo anche la Cei.
È così che, grazie anche al confronto e al lavoro sinergico con le altre organizzazioni sindacali rappresentative della scuola, che il 18 febbraio scorso, si è svolto il primo incontro con il Servizio nazionale irc della Cei.
Nella mattinata del 19 giugno, si è svolta la prima riunione del tavolo di lavoro congiunto tra il Ministero dell’Istruzione (MI) e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per la definizione dell’intesa sul prossimo concorso per gli insegnanti di Religione previsto dal decreto scuola approvato lo scorso dicembre. La tappa successiva riguarderà la stesura del bando di concorso (entro il 2020; ricordiamo che la legge n. 186/2003 ne prevedeva lo svolgimento a distanza di tre anni dal primo) per coprire i posti per l’insegnamento di Religione Cattolica che risulteranno vacanti e disponibili nell’arco del prossimo triennio.
L’obiettivo finale è quello di superare in modo definitivo e strutturale le situazioni di precarietà e discriminazione intervenendo, laddove si sono individuate le maggiori criticità, con formule ragionevoli e risolutive.
Non possiamo più tollerare soluzioni frammentarie e contingenti come quelle che con conseguenze tutt’altro che lievi hanno in questi anni lasciato l’insegnamento della religione ai margini del nostro sistema di istruzione. È invece possibile oltreché doveroso e necessario da parte dello Stato riconoscere agli insegnanti di religione una parità di trattamento rispetto ai loro colleghi, restituendo loro la giusta dignità professionale e smettendo di considerare l’insegnamento di religione un corpo estraneo della scuola.
È questo il motivo che ci sollecita ad essere sempre attenti a quanto si propone sul piano normativo, per continuare a dare il giusto valore a un insegnamento che è stato più volte dimenticato e discriminato da istituzioni pigre e incapaci. Come è accaduto di recente, in merito ai requisiti d’accesso (i docenti a tempo indeterminato sono esentati dal possesso dei 24 cfu in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche) al concorso ordinario di scuola secondaria di I e II grado per insegnamenti diversi da religione, tra i quali non è previsto il superamento del concorso ordinario di cui al DDG 2 febbraio 2004 (=procedura concorsuale per l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica).
Anche in questo caso, abbiamo tempestivamente inviato una lettera al Miur ricordando che il superamento di una procedura concorsuale abilita all’insegnamento l’avente diritto e chiedendo di risolvere tale complicazione.
Parimenti, abbiamo richiesto di provvedere con urgenza all’avvio della procedura di scorrimento della graduatoria di merito del concorso DDG 2 febbraio 2004 previsto dal comma 3 dell’art.1bis della legge 159/2019. Chiaramente l’autorizzazione da parte del Ministero dell’istruzione al Ministero dell’economia e finanza sarà inoltrata nelle prossime settimane assieme a quella dei docenti delle altre discipline.
Davanti a un sistema politico e istituzionale che trascura le problematiche degli insegnanti perseguendo cambiamenti che non prospettano grandi vie d’uscita, continuiamo con la motivazione di sempre, e avendo bene in mente il traguardo finale, ad affrontare questo nostro lavoro sindacale con la passione e la dedizione che ci contraddistinguono. Certi di trovarci sempre in prima linea per tutti gli insegnanti di religione.