La scuola nel periodo del Covid è cambiata completamente. Il dialogo iniziato in questi anni con le famiglie ha subito un forte rallentamento. Normalmente nei primi giorni di scuola a settembre c’era il momento dell’accoglienza e il ritrovo con i genitori dei nuovi arrivati che, come i figli, conoscevano meglio gli ambienti, incontravano il dirigente scolastico e i nuovi docenti. Se la scuola, come abbiamo sempre detto, è una comunità educativa allora bisogna che ciò si metta in atto. Quest’anno è successo un fatto molto strano: in molte scuole – per via delle restrizioni – non è stata fatta l’accoglienza, invece sono arrivate le circolari dal ministero e dai dirigenti che intimavano i docenti a non parlare di green pass e vaccini in quanto alcuni genitori erano pronti a denunciare chi avesse fatto ciò perché, dicevano, si violava la privacy dei non vaccinati. Ci siamo trovati tutti spiazzati non per il contenuto del parlare che capisco sia ostico, ma per il fatto che a scrivere siano genitori di alunni appena arrivati nella nostra scuola. E’ grave perché si interrompe quel dialogo di cui parlavo prima. Infatti può succedere che un docente sentendosi controllato riversi la sua delusione nei confronti della classe e parta un cortocircuito interno. D’altronde i nostri alunni desiderano partecipare al dibattito presente nel nostro Paese. Mi viene in mente don Milani è il suo metodo d’insegnamento che si basava sul far sviluppare la criticità con dibattiti all’interno delle sue classi. Spesso le famiglie, giustamente, si lamentano perché alcuni docenti fanno studiare tutto a memoria e non insegnano ai loro figli a ragionare. Ecco forse è giunto il momento di renderci conto che per dare credibilità alla scuola occorre evitare quel clima di sospetto che impedisce un sereno lavoro a tutti noi docenti e agli stessi ragazzi. Sono tanti gli argomenti che possono portare ad opinioni diverse, ma se le famiglie non fanno lo sforzo di capire anche le difficoltà dei docenti si arriva ad un muro contro muro. So per certo che lo scorso anno durante le mie lezioni on-line e di altri colleghi c’erano dei genitori che ascoltavano senza farsi vedere, suggerivano ai figli e poi andavano a lamentarsi con i dirigenti. Tutti dobbiamo rispettare le regole. Proviamo a rimetterci in carreggiata e a pensare al bene dei nostri ragazzi e non ai singoli egoismi e le antipatie reciproche.
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