Divieto smartphone a scuola in Francia: cellulari sottochiave per gli studenti delle medie da settembre
- Saro Cannizzaro
- 5 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Dal 2018 alla stretta del 2025: la Francia intensifica il divieto di smartphone a scuola per tutelare salute e apprendimento.

Divieto smartphone a scuola in Francia. Una svolta più rigida per le scuole medie francesi
Misure sempre più drastiche attendono gli studenti delle scuole medie francesi a partire dal prossimo settembre per quanto riguarda l'utilizzo dei telefoni cellulari in classe. Non solo sarà vietato usarli, ma per garantire una totale astensione dagli schermi, i docenti avranno l'autorità di raccoglierli e custodirli sottochiave fino al termine delle attività scolastiche.
La legge Macron del 2018: il primo passo verso la 'pausa digitale'
Già nel 2018, su iniziativa del Presidente francese Macron, era stato imposto agli studenti delle scuole elementari e medie di spegnere i propri cellulari appena varcata la soglia dell'istituto e di non utilizzarli più fino al ritorno a casa, nemmeno durante l'intervallo. L'allora Ministro dell'Educazione, Jean Michel Blanquer, aveva motivato la decisione come una manovra volta a tutelare la salute dei più giovani, ritenuta gravemente compromessa dall'uso degli smartphone.
Dal divieto smartphone al sequestro: i docenti potranno custodire i cellulari
Tuttavia, un nodo cruciale rimaneva irrisolto: l'impossibilità per gli insegnanti di perquisire gli zaini degli studenti. La soluzione è ora in arrivo, come riporta The Guardian: dal prossimo settembre, prima di entrare in classe, gli studenti dovranno depositare i propri telefonini, che verranno custoditi e potranno essere recuperati solo dopo il suono dell'ultima campanella, prima di uscire da scuola.
Gli effetti positivi della sperimentazione: più concentrazione e socializzazione
Élisabeth Borne, attuale Ministra dell'Educazione francese, ha così spiegato le ragioni di questa ulteriore stretta: "L'utilizzo degli schermi è considerato sempre più nocivo per i minori. Questa misura è dunque essenziale per salvaguardare il benessere e il successo scolastico dei bambini".
Prima di implementare su larga scala nelle scuole francesi teche o armadietti per la custodia dei cellulari, 100 istituti hanno partecipato a un progetto pilota che ha testato questa nuova strategia. I giovani studenti hanno riposto i loro dispositivi in scatole o armadietti elettronici programmabili per sbloccarsi solo al termine delle lezioni, sperimentando così una ‘pausa digitale’ forzata.I risultati in soli sei mesi sono stati incoraggianti, come ha riferito la ministra Borne a The Guardian: "C'è stato un grande sostegno da parte di genitori e insegnanti, e il clima scolastico è migliorato. Gli studenti socializzano di più, si concentrano con maggiore facilità e sembrano più interessati all'attività fisica".
Anche l’Italia prova la via delle teche anti-smartphone
Borne ha sottolineato la necessità di questo intervento in un Paese dove, secondo le statistiche, un giovane trascorre mediamente 5 ore online al giorno e solo 3 ore alla settimana sui libri.
L'esperimento delle teche per i cellulari non è una novità assoluta e ha trovato un'applicazione anche in Italia, presso il liceo statale ‘Alessandro Volta’ di Torino. A seguito di una specifica circolare, gli studenti del biennio hanno dovuto accettare di depositare telefoni, tablet e smartwatch in apposite teche con scomparti numerati, chiuse a chiave e riaperte solo all'uscita da scuola.
La motivazione, come si leggeva nel testo della circolare, era la constatazione che i nuovi iscritti, anziché interagire nei corridoi o tra i banchi, rimanevano assorbiti dagli schermi, sperimentando una profonda solitudine.
Una misura necessaria o troppo drastica? Il dibattito resta aperto
Resta aperto il dibattito sull'efficacia e la validità di un approccio così restrittivo. Se da un lato l'obiettivo di favorire la concentrazione, la socializzazione e il benessere degli studenti è condivisibile, dall'altro sorge spontaneo chiedersi se la proibizione sia il metodo educativo più adeguato.
Il divieto smartphone a scuola in Francia solleva interrogativi cruciali sul livello di dipendenza degli adolescenti dagli schermi e sulla loro capacità di autoregolamentarsi senza interventi esterni così radicali.
"L'esperimento delle teche per i cellulari non è una novità e ha trovato un'applicazione anche in Italia, al liceo ‘Alessandro Volta’ di Torino. Gli studenti del biennio hanno dovuto accettare di depositare telefoni, tablet e smartwatch in apposite teche chiuse a chiave e riaperte solo all'uscita da scuola. La motivazione era la constatazione che i nuovi iscritti, anziché interagire nei corridoi o tra i banchi, rimanevano assorbiti dagli schermi."