Il modello ICF considera la persona nella sua globalità, come un sistema complesso e interconnesso in cui interagiscono diversi fattori personali e ambientali, in un’ottica di salute e non di malattia.
La classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute elaborata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001 fornisce una rappresentazione integrata della persona attraverso la complessa articolazione di informazioni concernenti il funzionamento umano, le sue limitazioni e le sue restrizioni, rappresentando allo stato attuale, lo strumento operativo multidimensionale metodologicamente più efficace e maggiormente condiviso per identificare i bisogni educativi speciali che, com’è noto, non possono essere ridotti a problemi del singolo ma devono essere considerati in una visione complessiva e interattiva tra l’ambiente e l’uomo.
Il modello ICF considera la persona nella sua globalità, come un sistema complesso e interconnesso in cui interagiscono diversi fattori personali e ambientali, in un’ottica di salute e non di malattia.
Esso fornisce un’ottima base concettuale per costruire una griglia di conoscenze del funzionamento educativo del bambino il cui apprendimento, legato all’acquisizione delle competenze inerenti i diversi ambiti della formazione cognitiva, linguistica, interpersonale, motoria, valoriale ed autoriflessiva, si evolve in modo adeguato se riesce ad intrecciare positivamente le spinte biologiche e quelle contestuali alla crescita con le varie forme di assimilazione date dall’esperienza e dal contatto con le relazioni umane e gli ambienti fisici; in caso contrario il funzionamento presenterà bisogni educativi speciali che possono coinvolgere le relazioni formali e/o informali, lo sviluppo di competenze e comportamenti adattivi, la partecipazione ai ruoli sociali e l’acquisizione di contenuti.
L’ideologia di bisogno educativo speciale che scaturisce dalla classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute interpella, dunque, il sistema scolastico assegnandogli l’importante ruolo di garante del successo formativo, ponendolo al centro del processo d’identificazione precoce delle difficoltà e richiedendogli l’applicazione sinergica ed interdisciplinare di modelli didattici individualizzati applicati in modo inclusivo e funzionale nel potenziamento delle abilità al fine di valorizzare la ricchezza ontologica rappresentata dalla diversità dei discenti.