Il ‘Thinkering’ nella didattica: imparare facendo e riflettendo
- Rosaria Di Meo
- 9 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Il termine reso popolare da Michael Ondaatje e da John Seely Brown, affonda le sue radici nel movimento dei maker e nella pedagogia ‘costruzionista’ del matematico/informatico Seymour Papert. Significa apprendere meglio attraverso l’esplorazione, la ricerca e la creazione di artefatti che consentono di passare dal consumare le informazioni al divenirne produttori.

La metodologia del thinkering è un approccio educativo che nasce dall’unione dei termini inglesi thinking, pensare, e tinkering, sperimentare, e si configura in un processo di apprendimento caratterizzato dalla sperimentazione pratica, con forte componente metacognitiva, che promuove la riflessione critica, l’autonomia, la responsabilità, un’attiva partecipazione personale e la capacità di lavorare in gruppo comunicando efficacemente.
Il termine thinkering, reso popolare da Michael Ondaatje e successivamente approfondito da John Seely Brown, ricercatore americano specializzato in studi organizzativi, affonda le sue radici nel movimento dei maker e nella pedagogia costruzionista del matematico – informatico Seymour Papert secondo il quale si apprende meglio attraverso l’esplorazione, la ricerca e la creazione di artefatti significativi che consentono di passare dall’essere “consumatori” di informazioni al divenire “produttori” del sapere. L’idea è semplice ma potente: la conoscenza è più profonda e duratura quando la didattica viene correlata all’impegno pratico che stimola la curiosità, il problem solving e l’innovazione.
Thinkering nella didattica: il valore educativo dell’imparare facendo e riflettendo
Il thinkering nella didattica, in tal senso, ben si adatta alle sfide della scuola contemporanea, traducendosi in attività laboratoriali che prevedono la manipolazione diretta di materiali e strumenti, utile per la costruzione dei significati; la sperimentazione, per imparare anche dagli errori; il pensiero computazionale, parte integrante della strategia logico – razionale; e la collaborazione che incoraggia la costruzione condivisa delle idee. Il coinvolgimento del gruppo classe nella progettazione di dispositivi, nella risoluzione di sfide, nella realizzazione di prototipi e nella documentazione del learning process, colloca l’allievo al centro delle buone pratiche di insegnamento, rendendolo protagonista del proprio apprendimento; ed in un mondo che cambia rapidamente, saper imparare facendo e riflettendo diventa una competenza fondamentale per divenire cittadini consapevoli, resilenti e capaci di affrontare adeguatamente le sfide globali.
Un metodo che si traduce in attività laboratoriali che manipolano materiali e strumenti e che è utile per la costruzione dei significati. Sperimentare anche per imparare anche dagli errori; il pensiero computazionale che è parte integrante della strategia logico-razionale. La costruzione condivisa delle idee.