Qual è il pericolo della dipendenza affettiva nella relazione con l’altro? Spesso, basta soltanto l’idea che l’altro non stia con noi quanto desideriamo per sentirsi ‘persi’ e farci soffrire la lontananza - parte I°
“Io che non vivo più di un’ora senza te” cantava Pino Donaggio; chiedendosi poi: “Come potrei fare una vita senza te?” Chi non si è posto questa domanda almeno una volta per una persona a cui tiene? Non mi riferisco soltanto a una relazione amorosa, ma a tutte quelle relazioni dove una persona si sente visceralmente legata ad un’altra tanto da andare in sofferenza solo immaginandosi di poter perdere l’altro. A volte non serve neppure perdere l’altro. Talvolta basta soltanto l’idea che l’altro non stia con noi quanto desideriamo o che abbia qualche impegno che lo costringa ad allontanarsi momentaneamente.
Molte persone soffrono la lontananza da chi amano: un partner che viaggia per lavoro, un amico che parte per una nuova esperienza nel mondo, un figlio che cresce e inizia l’università. Sono migliaia le situazioni in cui entriamo in sofferenza perché l’altro sembra allontanarsi da noi.
Molto spesso queste situazioni vengono controllate con la forza della ragione, che fa subentrare il pensiero razionale con il quale capiamo l’ovvia esigenza altrui di avere una vita distinta dalla nostra, ma nonostante ciò molte persone continuano a percepire interiormente della sofferenza da allontanamento che, per quanto venga repressa o negata, continua a sostenere una forma di malessere che si manifesta in ansia, apprensione, angoscia. Potrebbe risultare idealmente magico non riuscire a stare senza l’altro, la canzone citata nel titolo passa alla storia infatti come una delle canzoni più romantiche di sempre, ma stare lontani da chi amiamo non dovrebbe condurre ad uno stato di sofferenza continua, in quanto se questo si verifica potrebbe essere segnale della cosiddetta ‘Dipendenza Affettiva’.
Cosa si intende con questo termine? Con dipendenza affettiva s’intende uno stato patologico in cui la relazione è vissuta come condizione unica, indispensabile e necessaria per la propria esistenza. Nella pratica clinica accade frequentemente di dover accogliere questo genere di situazioni, persone straziate dal dolore di non avere sempre qualcuno vicino a sé, un amico, un partner, il proprio figlio o genitore. Quando a queste persone chi chiede qual è il motivo per cui sentano di amare così intensamente l’altro, non è raro trovare chi, per esprimere il massimo sentimento che sente di provare nei confronti del partner, dice "io l’amo, perché ho bisogno di lui/lei". Da questo punto di vista il famoso mito di Platone ha contribuito per secoli a costruire la credenza secondo cui tutti noi siamo esseri incompleti alla ricerca della metà perfetta che possa completare il nostro essere. Un mito che, per quanto romantico, ritengo essere altamente pericoloso: annullando l’individualità, spezza la capacità d’autonomia e completezza del proprio sé.
La dipendenza affettiva è uno stato patologico in cui la relazione è vissuta come condizione unica, indispensabile e necessaria per la propria esistenza. Persone straziate dal dolore di non avere sempre qualcuno vicino a sé, un amico, un partner, il proprio figlio o genitore