Il pericolo della dipendenza affettiva nella relazione con l’altro. La sensazione di non farcela da soli è comune, ma siamo già completi così.
Vaghiamo quindi disorientati sperando di trovare qualcuno che possa farci sentire definitivamente appagati e pieni. Un qualcuno in grado di soddisfare una serie di bisogni anticamente irrisolti e quindi fonte di insicurezza e malessere.
Credere di amare l'altro quando si sente il bisogno dell'altra persona ci trae in inganno: in realtà in questo modo stiamo amando in primis noi stessi donandoci un qualcosa che sentiamo di far fatica ad ottenere da soli (che sia l'autostima, una casa, la sicurezza economica o l'assenza di solitudine). Cresciamo convinti di aver necessità di qualcuno per riuscire ad avere tutto nella vita. Risulta difficile diventar consapevoli che non amiamo in realtà le caratteristiche dell’altro, alcune volte non vengono prese nemmeno in considerazione, in quanto quello che più vogliamo è ciò che offre alla nostra vita.
Quando cerco di far notare questo alle persone che seguo i loro occhi sembrano smarriti, capiscono perfettamente quanto ciò sia limitante, ma allo stesso tempo alcuni sembrano affaticati soltanto all’idea di dovercela fare da soli, mentre altri si mostrano addirittura increduli di poter essere completi realmente senza l’aiuto di qualcuno.
La sensazione di non farcela da soli, di non essere sufficientemente pieni e completi senza qualcuno vicino, riguarda alcuni bisogni inevasi il cui primo ingrediente è la paura dell’abbandono. Quest’ultima a volte può risultare così importante da spingere ad accettare qualsiasi forma di relazione pur di non stare soli. Rischiamo di raccogliere briciole d’amore anziché concentrarci sull’evoluzione della propria persona.
Di gran lunga più intenso e qualitativamente sano è il presupposto di poter stare insieme senza necessariamente aver bisogno dell’altro.
Siamo mele complete, ammaccate da una parte o dall’altra, non sicuramente perfette come quelle negli spot pubblicitari certo, ma pur sempre piene e sazianti.
Una persona può arrivare nella nostra vita per arricchirla e impreziosirla, ma della quale dobbiamo poter essere contenti indipendentemente dalla presenza altrui. L’altro può essere una piccola parte di noi stessi, ma non il nostro noi per intero. Solo in questo modo potremmo amare sinceramente l’altro e amare in primis noi stessi, in quanto per quanto possa risultare paradossale: più amo me stesso più sarò in grado di amare l’altro.
Non sempre amiamo l’altro, ma solo come ci fa sentire
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