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Oltre il disincanto: la religione si reinventa nell'era digitale

Immagine del redattore: Alberto PiccioniAlberto Piccioni
Intervista a Stefania Palmisano, docente di ‘Religioni nel mondo globalizzato’ all’Università di Torino. Ha partecipatolo scorso dicembre al convegno promosso dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento su ‘Il Senso Incantato’, iniziativa del Centro per le Scienze Religiose (FBK-ISR) e del Ministero della Cultura. L'evento ha esplorato il tema dell'incanto e del disincanto nella religione
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Streghe 2.0 e druidi in chat: la spiritualità si reinventa nell'era digitale. Ecovillaggi, festival dell'esoterismo e tour magici sono il nuovo volto del sacro contemporaneo, tecnologico e iperconnesso.  Dal 16 al 19 dicembre 2024, la Fondazione Bruno Kessler di Trento ha ospitato il convegno internazionale ‘Il Senso Incantato’, promosso dal Centro per le Scienze Religiose (FBK-ISR) e dal Ministero della Cultura. L'evento ha esplorato il tema dell'incanto e del disincanto nella religione, nella cultura e nella società, con particolare attenzione alle nuove forme di spiritualità e all'impatto delle tecnologie digitali. Al convegno ha partecipato anche la professoressa Stefania Palmisano docente di Religioni nel mondo globalizzato presso il Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell'Università di Torino, coordinatrice del Centro CRAFT e autrice di diversi studi su nuove forme di spiritualità, tra cui il libro: Religione sotto Spirito (Mondadori)


Il disincanto religioso, spesso associato alla secolarizzazione e al progresso scientifico, può essere ricondotto alle nuove forme di spiritualità. 

Credo che vada ripensato lo stesso paradigma della secolarizzazione e l’idea sottostante di disincanto/reincanto del mondo la secolarizzazione non è una forza antitetica alla religione, bensì la costruzione di uno spazio pubblico laico a fianco e in rapporto allo spazio religioso. Ogni epoca storica ha visto la compresenza tra sfera secolare e sfera religiosa, tra le istanze culturali di laicizzazione e quelle di rivitalizzazione del religioso. Anche la religione odierna si trasforma entrando in dialogo con lo spazio laico della società. Ciò è evidente nelle forme più recenti della spiritualità contemporanea, in cui la linea di demarcazione tra religioso e secolare è sottile. Si pensi a correnti spirituali come il neopaganesimo celtico o la wicca, che attuano una sacralizzazione della natura e recepiscono le istanze dell’ecologismo; o alle correnti incentrate sul tema del benessere e della salute, come la mindfulness e lo yoga, sempre più presenti nelle scuole, nelle aziende e nei luoghi di cura


Nel suo libro ‘Religione sotto Spirito’, lei esplora la spiritualità alternativa. Quali sono le caratteristiche principali di queste nuove forme di ricerca spirituale?

Per comprendere le nuove forme di spiritualità occorre fare una premessa storico-sociologica. Dagli anni Sessanta si è affermato un nuovo atteggiamento che ha spostato l’autorità religiosa dalle istituzioni al soggetto. Questa svolta soggettivistica pone in secondo piano le identità religiose ascritte per nascita, privilegiando la costruzione di identità che derivano da percorsi esperienziali. Alla tradizionale spiritualità del dimorare si affianca una spiritualità della ‘ricerca’ nella quale credenze e pratiche sono scelte dagli individui sulla base delle proprie preferenze


Alcuni critici sostengono che le nuove forme di spiritualità siano solo una moda passeggera. Condivide?

Le nuove spiritualità nascono e si diffondono nella cultura del mercato e ne assorbono le logiche. Il mercato, in seconda battuta, consente a questi gruppi non soltanto di trovare acquirenti e risorse economiche, ma anche neofiti. Ed è qui che le cose cambiano perché nella comunità il mercato ha un ruolo limitato in quanto molte attività sono svolte attraverso il lavoro volontario dei membri o fondate sulla logica dello scambio. Infine il mercato, per i virtuosi spirituali, serve anche a legittimare il proprio credo. A differenza dei ministri delle religioni tradizionali, i druidi, le sacerdotesse, i guaritori, le medium, i terapeuti o i maestri che abbiamo conosciuto non possono fondare, se non limitatamente, la loro autorità su una tradizione antica e, per certi versi, data per scontata; per loro il mercato diventa una fonte alternativa di legittimazione, prima ancora che di successo economico


Non c'è il rischio che il reincanto nella spiritualità contemporanea porti a nuove forme di fondamentalismo o di settarismo?

Non credo si possano evitare a priori; occorre che le persone non spengano il senso critico anche quando entrano in cammini spirituali in cui viene chiesto loro di affidarsi completamente, di obbedire, di lasciare andare i propri giudizi e schemi. Le nuove spiritualità non sono esenti da dinamiche di potere. Tutto al contrario: l'indagine etnografica rivela che, a differenza di quello che spesso viene ripetuto e cioè che l'individuo deve aderire soltanto al proprio sé interiore, gli viene invece richiesto di obbedire a una serie di autorità, la sacerdotessa di turno, il guru, l'animale guida, l'angelo, l’antenata, tutte autorità che possono relativizzarsi l'una con l’altra, ma che comunque sono presenti


"Dagli anni Sessanta si è affermato un nuovo atteggiamento che sposta l’autorità religiosa dalle istituzioni al soggetto. Questa svolta pone in secondo piano le identità ascritte per nascita, privilegiando quelle che derivano da percorsi esperienziali. Alla tradizionale spiritualità del ‘dimorare’ si affianca una spiritualità della ‘ricerca’."

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