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Immagine del redattoreArturo Francesconi

Riflettere sul senso della vita per uscire dalla dimensione del vuoto


senso della vita

In questo periodo siamo stati invasi dall’indignazione per il gravissimo fatto di femminicidio attuato nei confronti di Giulia da parte del suo fidanzato. E’ nata in tanti, soprattutto ragazzi/e, la domanda ma che senso ha allora la mia vita? Filosofia, psicologia, letteratura hanno tentato di rispondere e di tracciare un percorso, è sempre un tentativo, anche noi in classe ci abbiamo provato.


La vita perché abbia senso deve avere uno scopo! Non si può vivere senza di esso. Abbiamo letto alcuni brani del libro Uno psicologo nei lager di Viktor Frankl in cui racconta la sua esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz e di come fossero sopravissuti soprattutto gli internati che riuscivano a dare un senso alla tragedia che stavano vivendo… altri invece si “facevano morire” nel filo spinato dove passava la corrente elettrica perché dicevano di non avere un futuro. Abbiamo scelto altre esperienze come quella di Alex Zanardi e Ambrogio Fogar che sono riusciti a dare significato alla loro vita nonostante siano diventati paraplegici. Fogar, scomparso da diversi anni, ha detto più volte che gli anni più belli e intensi della sua vita erano stati quelli vissuti nella sedia a rotelle.


Un’altra caratteristica legata al senso della vita è la cosiddetta “dimensione del vuoto”. Esistono giovani in tutto il mondo che esprimono questa sensazione: mi sento vuoto, mi sento solo. Da qui droga, alcool, gioco d’azzardo, anoressia e, qualche volta, suicidio. Qui ci siamo fatti una domanda: cosa possiamo fare per un’amica che ci chiede aiuto o ci manifesta il suo problema? Può un amico, un psicologo, un genitore aiutare a scoprire il perché di questo vuoto? Certo gli altri ci possono aiutare, ma la forza per andare avanti e superare il momento difficile, la bocciatura, una separazione la troviamo solo dentro di noi e troveremo anche una forza sconosciuta che ci accompagna e ci permette di vincere! Non temiamo di porci queste domande e darci anche delle risposte cercando di avere sempre dei nuovi obiettivi da realizzare perché, come diceva Seneca, “Non vi sono venti favorevoli per chi non sa dove andare”.


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