Role playing e apprendimento attivo: imparare a comunicare
- Rosaria Di Meo

- 10 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Nell’ambito educativo tra gli anni ′50 e ′70, il gioco di ruolo viene adoperato da formatori, influenzati dell’apprendimento esperienziale di John Dewey per accrescere l’empatia e ampliare la capacità decisionale. A partire dagli anni ′80 se ne riscontra l’applicazione nella formazione aziendale e professionale

Il role playing, strategia pedagogica finalizzata all’osservazione del comportamento umano, alla promozione dell’esperienza diretta e all’analisi delle dinamiche interpersonali, affonda le sue radici nel teatro greco ed elisabettiano che esplorano il concetto di immedesimazione, attualizzandolo nelle emozioni e nei dilemmi sociali del tempo. Negli anni ′20 lo psichiatra austriaco Jacob Levi Moreno elabora la tecnica terapeutica dello psicodramma nella quale i pazienti interpretano dei ruoli che gli consentono di risolvere i loro conflitti interiori attraverso l’azione. Nell’ambito educativo, tra gli anni ′50 e ′70, il gioco di ruolo viene adoperato da formatori, influenzati dell’apprendimento esperienziale di John Dewey e dall’educazione centrata sulla persona di Carl Rogers, per accrescere l’empatia e ampliare la capacità decisionale. A partire dagli anni ′80 si riscontra l’applicazione del role playing nella formazione aziendale e professionale per migliorare performance e risultati.
Role playing e apprendimento attivo per migliorare la comunicazione in ambito educativo
In ambito scolastico il momento ludico si configura in modo significativo nel processo d’insegnamento, in quanto consente agli studenti di simulare situazioni reali o immaginarie assumendo ruoli specifici e incentivando abilità comunicative, relazionali e critiche in un contesto dinamico di apprendimento che prevede la ‘fase della preparazione’ nella quale il docente definisce il tema, il setting, le regole del gioco e le varie parti da assegnare ai discenti; l’interazione, in cui gli studenti interpretano le mansioni attribuite seguendo i suggerimenti dell’insegnante e il debriefing per esaminare il gioco svolto, riflettendo sulle azioni compiute, le emozioni vissute e i risultati raggiunti. Nel contesto educativo contemporaneo, il role playing, caratterizzandosi come metodologia didattica strutturata, trasforma la classe in un laboratorio di analisi che coinvolge gli studenti in modo partecipativo, permette loro di approfondire i contenuti proposti, educa alla flessibilità, valorizza l’errore come opportunità di crescita, migliora le capacità comunicative, il pensiero critico e la gestione delle emozioni, stimola la creatività e l’improvvisazione, favorisce la socializzazione e contribuisce alla costruzione personale e consapevole del sapere.
In ambito scolastico il momento ludico si configura nel processo d’insegnamento, in quanto consente agli studenti di simulare situazioni reali o immaginarie assumendo ruoli specifici e incentivando abilità comunicative, relazionali e critiche in un sistema a più fasi.



