A pochi mesi dall’approvazione dell’emendamento 47.14 al D.L. 36/2022 che introduce all’art.1bis della legge 159/2019 una procedura straordinaria per gli insegnanti di religione precari con oltre 36 mesi di servizio, festeggiamo un altro notevole traguardo: gli iscritti allo Snadir raggiungono quota 9000.
Un segnale importante per la nostra organizzazione che ha sempre fatto del confronto, dell’ascolto e del senso di comunità tre dei principi e dei valori irrinunciabili per andare avanti. Lo Snadir è soprattutto questo: forze sinergiche e complementari, sogni e ideali condivisi, lavoro di squadra. Ogni volta che in questi anni è stato riconosciuto e affermato il valore scolastico, culturale e sociale dell’insegnamento della religione e la sua finalità formativa, il merito è stato di ognuno di noi, dei nostri progetti ambiziosi, delle nostre proteste, dei nostri obiettivi.
Quest’anno in particolare ha dato una svolta alla nostra capacità di essere rappresentativi sul territorio nazionale. Il nostro lavoro sindacale ha ricevuto apprezzamenti da più parti, e la nostra forza è stata riconosciuta, anche dall’esterno, come valida: lo dimostrano tutti i successi recenti. Abbiamo una voce e un peso, abbiamo soprattutto i numeri per poter pensare in grande, e lo faremo come sempre col senso di condivisione che ci contraddistingue: vicinanza, unione, corresponsabilità degli uni verso gli altri e riconoscimento reciproco attorno a valori condivisi.
Il nostro grande capitale è da sempre la ricchezza delle competenze. Competenze che, riunificate in un’azione congiunta, possono far fronte a ogni genere di ostacolo per abbattere una volta per tutte quel processo di marginalizzazione professionale e sociale che la nostra categoria lavorativa ha subito in questi anni.
Fin dalla sua nascita nell’ormai lontano 1993, lo Snadir ha voluto assicurare il suo impegno per tutti i docenti di religione e per i docenti impegnati per una scuola che garantisse un progetto educativo illuminato e fondato su valori interculturali, interreligiosi ed ecumenici europei e mondiali. Ci siamo sempre mossi con la prospettiva di riscattare gli Idr da una condizione di indigeribile precarietà e con la consapevolezza di raggiungere questo scopo anche attraverso il confronto e la tessitura di rapporti anche con chi la pensa diversamente.
Da un nucleo di un centinaio di insegnanti, siamo oggi al 35% dei docenti di religione iscritti. Insieme abbiamo raccolto firme, presentato ricorsi a tutela dell’insegnamento e dell’insegnante di religione, tenuto incontri sindacali, organizzato sit-in davanti al ministero, avviato un’incessante tessitura di relazioni fatta di contatti e di incontri con gli organi rappresentativi dello Stato, ma soprattutto, abbiamo partecipato da protagonisti a ogni traguardo raggiunto. Tutti, insieme, protagonisti del cambiamento e delle battaglie che ci attendono. Ognuno nel proprio ruolo.
E forse qualcuno un giorno – parafrasando quella famosa citazione di Abbie Hoffman – ci dirà che siamo stati a volte avventati, arroganti, stupidi, testardi, ma di certo, risponderemo noi: “Avevamo ragione”.