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Snadir: insieme per stabilità, dignità e futuro della scuola

Snadir

Care colleghe, cari colleghi, 


nelle ultime settimane abbiamo portato in Parlamento, insieme alla Federazione Gilda-Unams, la voce di migliaia di insegnanti. Sono stati momenti di responsabilità, un appello a mettere al centro della scuola italiana la stabilità, la qualità e la giustizia. Abbiamo parlato di riforme, di reclutamento, di formazione, ma soprattutto abbiamo parlato di persone.

Tra queste persone ci sono gli insegnanti di religione cattolica, una categoria che vive da troppo tempo una condizione di precarietà inaccettabile. La legge 186 del 2003 fissa al 70% la quota di posti di ruolo: una norma che oggi è ingiusta, anacronistica, discriminante. Vent’anni fa poteva sembrare equilibrata, oggi è una ferita aperta. Il corpo docente di religione è composto per oltre il 96% da insegnanti laici che, con dedizione e competenza, entrano ogni giorno in classe, spesso dopo decenni di servizio, senza la certezza di un futuro stabile. È una questione di dignità, non di privilegi.


Abbiamo chiesto tre cose semplici, ma decisive: un innalzamento progressivo della quota di posti di ruolo fino al 95%, l’assunzione annuale su tutti i posti vacanti e disponibili e il riconoscimento della titolarità di sede, come per tutti gli altri docenti. Non chiediamo eccezioni, chiediamo equità. Non chiediamo privilegi, chiediamo rispetto.


Ma la nostra proposta va oltre: serve una riforma organica del reclutamento e della formazione degli insegnanti che eviti sanatorie improvvisate e precarietà strutturale. Occorre un doppio canale di reclutamento: concorsi regolari e una graduatoria nazionale di docenti abilitati, per garantire stabilità e qualità. Il percorso formativo deve tornare sotto la guida diretta del Ministero dell’Istruzione, per essere davvero qualificante.


Questa non è solo una battaglia sindacale: è una battaglia di civiltà. Perché una scuola giusta è fatta di docenti sicuri del loro ruolo, liberi di insegnare senza il peso dell’incertezza. È fatta di continuità per gli studenti, di qualità per il futuro. È fatta di rispetto per la dignità professionale. Non possiamo più accettare rinvii. Serve coraggio politico, serve volontà di cambiamento. 


Il nostro impegno va in questa direzione ed è già realtà. Lo abbiamo già dimostrato con un risultato importante: è stato avviato il flusso per il pagamento di circa 4.000 docenti di religione neo immessi in ruolo. Grazie a questo intervento, i docenti interessati hanno potuto ricevere lo stipendio già nel mese di settembre o, al più tardi, nelle settimane successive.


Un traguardo che non è frutto del caso, ma di un lavoro attento e condiviso: le precise indicazioni operative fornite da Snadir (l’invio alla RTS del contratto di lavoro individuale, del prospetto di calcolo dell’assegno ad personam e della copia del cedolino di agosto 2025) sono state seguite con responsabilità dai docenti, permettendo di accelerare le procedure e di garantire la regolare corresponsione della retribuzione. È la prova concreta di cosa significa fare sindacato: trasformare l’impegno in risultati tangibili, dare risposte immediate a bisogni reali.


Questa è la nostra sfida. Questa è la nostra responsabilità. Non soltanto per i docenti di religione cattolica, ma per l’intera scuola italiana. Perché la scuola non è soltanto istruzione: è futuro. E il futuro non può più aspettare.

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